1 maggio: una giornata di lotta internazionale dei lavoratori

3' di lettura

Comunicato della Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e Lotta

Come tutto il periodo attuale, anche questo 1° maggio è speciale. La pandemia di
coronavirus non permetterà le tradizionali grandi dimostrazioni di strada. A seconda
dei paesi, delle regioni e dei quartieri, a volte vengono prese iniziative per ricordare
questa giornata internazionale delle lotte dei lavoratori. Noi li sosteniamo. Ma
l’essenziale è altrove: nelle lotte che si svolgono ogni giorno: prima, durante e dopo il
1° maggio; nelle alternative al capitalismo che stiamo costruendo. La nostra Rete
Sindacale Internazionale di Solidarietà e Lotta vuole essere uno strumento per
questo!

Ogni anno, il 1° maggio, Giornata internazionale dei lavoratori, sottolinea l’importanza delle
mobilitazioni sociali contro gli attacchi dei governi e del capitalismo. La storia del 1° maggio ne fa una
giornata di mobilitazione e di riaffermazione della lotta di classe come motore del cambiamento
radicale della società.

In tutto il mondo i lavoratori hanno affrontato la precarietà, la soppressione dei diritti storicamente
conquistati, la mancanza di servizi pubblici di qualità, la repressione, la miseria, la fame, l’estrema
destra, i governi razzisti neoliberali, maschilisti e les-trans-homofobi che costruiscono muri e fanno
leggi che discriminano i più poveri. Le persone più oppresse vengono uccise mentre il tasso di
violenza aumenta. Allo stesso modo, i movimenti sociali che lottano contro tali attacchi sono
criminalizzati e perseguitati.

I nostri nemici sono gli stessi in tutto il mondo. Contro di loro, mettiamoci insieme nelle strade, nelle
scuole, nelle università, nelle fabbriche, nelle campagne e negli spazi pubblici, dimostrando la nostra
volontà di affrontare gli attacchi del capitalismo.

Governi e padroni affermano di essere in guerra contro il coronavirus. In realtà, stanno portando
avanti una guerra contro la nostra classe sociale. Una guerra contro di noi, per i loro profitti!

La crisi sanitaria mondiale è in gran parte la conseguenza del sistema capitalista
Chiaramente con ciò non intendiamo affermare che il virus sia stato creato dal capitalismo ; ma il
disastro umano che stiamo vivendo, lui, è dovuto al capitalismo. Ovunque nel mondo, i governi fanno
Sono in guerra… Contro di noi !
le stesse scelte, anche se con delle gradazioni un po’ differenti : hanno iniziato minimizzando
l’ampiezza dell’epidemia, non per ignoranza ma perchè il padronato, gli azionisti, i capitalisti avevano
come priorità salvaguardare i loro benefici. I profitti di una minoranza, contro la salute di miliardi
d’umani!

Una volta che la crisi si è sviluppata, i gravi danni del capitalismo ci sono scoppiati in
piena faccia
– Insufficienza d’infrastrutture, di personale, di mezzi in tutti i settori della Sanità : è il risultato della
distruzione dei servizi pubblici in una parte del mondo, e della loro quasi inesistenza nell’altra
parte.
– Mancanza di materiale di protezione : maschere, gel idroalcoolico, test di screening, apparecchi
respiratori ecc… Ma le fabbriche continuano a produrre armi. I capitalisti non vedono che i loro
profitti, non l’interesse collettivo.
– In vari paesi, dei ricercatori e delle ricercatrici testimoniano che hanno dovuto abbandonare i loro
lavori scientifici sul virus in questi ultimi anni, per ragioni di budget. I capitalisti preferiscono
investire nelle multinazionali farmaceutiche che dettano legge in materia di medicine.

Durante la crisi sanitaria, gli affari continuano !
Di fronte al mondo del lavoro, i capitalisti sono feroci :
– Mantengono in attività una moltitudine di imprese che non sono essenziali alla vita della
popolazione in un periodo di rischio sanitario come quello che stiamo conoscendo. Per continuare
a guadagnare, i capitalisti mettono in grande rischio la salute e la vita di milioni di lavoratori e
lavoratrici nel mondo.
– Nei settori veramente essenziali (che dovrebbero essere limitati solo a cioè che è in rapporto diretto
con la sanità, l’alimentazione e l’accesso al gas, elettricità, acqua…), il padronato richiede il rispetto
di comportamenti di difesa anticontagio, rimettendo la responsabilità verso gli individui. Ma, da
una parte, in molte aziende nulla viene fatto perchè questi comportamenti siano effettivamente
applicabili ; dall’altra parte, da soli non sono sufficienti. E’ tutta l’organizzazione del lavoro che
deve essere rivista, guadagnandoci per la salute di ciascuno e ciascuna. E non possono essere i
capitalisti, che non lavorano, a meglio definire ciò : siamo noi che dobbiamo farlo, in ogni servizio,
edificio, impresa, in attività veramente essenziali.
– I capitalisti utilizzano la crisi sanitaria per restringere ancora i nostri diritti, le nostre conquiste
sociali. In ogni paese, una grande parte delle misure d’urgenza consiste nell’attaccare i tempi di
lavoro, i congedi, i salari, il diritto di sciopero ecc…
– La situazione è ancora peggio nelle regioni del mondo vittime dirette del colonialismo : le persone
conoscono ben oltre che la miseria ; la crisi sanitaria non potrà che avere delle conseguenze
spaventose.

Si organizzano delle resistenze
Queste sono complicate da mettere in campo nel contesto che stiamo vivendo. Le organizzazioni
aderenti alla Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta non vogliono allineare degli
slogan, delle parole d’ordine, per il solo piacere di apparire « radicali ». Ciò che noi vogliamo, a
partire dai luoghi di lavoro e di vita è, federandoci liberamente, coordinandoci, anche a livello
internazionale, costruire un movimento popolare di massa, di resistenza e di conquiste.
– Sosteniamo e facciamo conoscere le lotte di tutte le regioni del mondo.
– Riuniamoci per settore professionale, ma anche per difendere diritti specifici e perseguire
l’uguaglianza sociale (donne, migranti, popolazioni oppresse per ragioni razziali…)
– Rifiutiamo che i più poveri, i più precari, paghino la crisi sanitaria.
– Tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici , qualunque sia il loro status (dipendenti, autonomi,
disoccupati, interinali, stagionali ecc…) devono vedersi garantito al 100% il loro reddito, con un
minimo per tutte e tutti garantito sulla base del costo della vita di ciascun paese.
– Prendiamo in mano i nostri interessi, sui luoghi di lavoro e di vita ! Governi, poteri pubblici, stato,
sono degli strumenti al servizio del capitalismo.
– Requisizione delle imprese, servizi, commerci, luoghi pubblici, necessari per rispondere all’urgenza
sanitaria !
Non lasciamo più i capitalisti liberi di organizzare catastrofi planetarie !