PREPARARSI ALLA LUNGA ESTATE CALDA?

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Nella drammatica situazione dovuta al Coronavirs, la cui diffusione è riconducibile alle dinamiche economiche–imperialiste del sistema capitalista in cui viviamo, dobbiamo evidenziare che la colpa non è dei lavoratori, dei disoccupati, dei senza casa, né di tutti coloro che soffrono le disuguaglianze e le sperequazioni dell’attuale stato delle cose.

Le ultime misure governative per contrastare il diffondersi del coronavirus lasciano il nostro Paese e il nostro futuro in brache di tela. Sono misure, dal loro punto di vista, obbligate. Obbligate dal terrore della catastrofe da loro stessi provocata nella sanità pubblica, dal terrore della mancanza di posti letto. Sono misure che per un lasso di tempo indeterminato impediranno la libera circolazione e la libera espressione degli uomini e delle donne di questo Paese. Sono misure che accelereranno a breve termine la recessione del sistema economico (una recessione che pagheranno, oltre ai lavoratori, i piccoli artigiani e commercianti!). A questo quadro di per sé drammatico dobbiamo aggiungere che le attività produttive, su pressioni padronali, sembrano essere esenti dal rispettare le misure di contenimento imposte a tutti i soggetti e i contesti estranei alla produzione, al lavoro e alla mobilità delle merci.

Nessuno può scioperare, né quindi dissentire all’obbligo di andare a lavorare per preservare i profitti dei padroni. In molti non potranno neppure più vivere del proprio lavoro. I disoccupati non lo troveranno, poiché è evidente che i mancati introiti indurranno i padroni a far pagare la crisi ai lavoratori, non assumendo e anzi licenziando, come stanno già facendo.

Di fronte a tutto ciò, la compiacente risposta del sindacalismo concertativo e collaborazionista si traduce in sconfitta per tutto il mondo del lavoro.

Anche la comprensibile ma inadeguata risposta del sindacalismo di base, rischia di prendere il sapore di quella sconfitta.

E’ per questo che rivolgiamo un appello a tutti i lavoratori, a coloro che in prima persona subiscono gli strali dell’emergenza procurata e a tutte le forze sindacali a prepararsi e a lavorare per portare in piazza la rabbia operaia e la rabbia dei “depredati”, appena le condizioni dell’emergenza lo consentiranno.

La crisi venga pagata da chi si è arricchito sulle spalle di milioni di lavoratori e cittadini.

Costruiamo una piattaforma di lotta rivendicativa dedicata a tutte le istanze represse o inascoltate, a partire dalla sanità, fino a quelle del lavoro e della vita nei territori.

Se l’emergenza rientrerà, l’estate ci dovrà vedere invadere le strade e le piazze del nostro Paese.

Iniziamo fin da ora ad organizzare i lavoratori, per mobilitarli quando i ricatti non saranno più sostenibili. Soprattutto, non rinunciamo a uno strumento che ancora abbiamo (e che non ci espone a rischi di contagio, anzi, ci preserva da essi): lo sciopero.

RIVENDICHIAMO:

1)Requisizione emergenziale delle strutture sanitarie private nelle zone colpite del virus, blocco di finanziamenti e sovvenzioni alla sanità privata e rilancio del sistema sanitario pubblico, con assunzione a tempo indeterminato di nuovo personale (non solo contratti precari!)

2) Immediata ripubblicizzazione di tutti i beni comuni

3) Estensione immediata del “reddito di cittadinanza” (che sia reale, non fittizio) a tutti coloro non superano una certa soglia di reddito, e immediata introduzione di un “reddito di quarantena” per tutti, che siano lavoratori precari o disoccupati impossibilitati a vivere col perdurare dell’emergenza.

4) Ripristino del sistema pensionistico pre-Fornero col raggiungimento dei requisiti pensionistici all’età di 60 anni per tutti e abolizione immediata del welfare aziendale da sostituire con consistenti aumenti salariali

5) Riconversione immediata di tutte le industrie che inquinano e devastano il clima e la salute dei cittadini, sotto il controllo dei lavoratori, espropriando tali industrie senza diritto di indennizzo

6) Riforma immediata della Scuola, con piani di ristrutturazione edilizia, con blocco dei finanziamenti alle scuole private ed eliminazione delle figure dei “presidi sceriffo” e assunzione definitiva per tutti i docenti precari, anche al fine di attivare forme di didattica a distanza utili ed efficaci.

7) Requisizione e relativa assegnazione ai i senza casa degli immobili lasciati sfitti per speculazione immobiliare.

8) Immediato smantellamento di tutti i centri di detenzione illegale per i migranti e i richiedenti asilo e la costruzione di “nuovi modelli di accoglienza e di integrazione ai territori.