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Ferrovieri: riparte la mobilitazione!

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Il 14 aprile si è svolto in Italia un importante e partecipato sciopero nazionale dei ferrovieri indetto da diverse organizzazioni sindacali. Ne parliamo con Ivan, ferroviere, attivista CUB e del Fronte di Lotta No Austerity.

  • Ci puoi spiegare le motivazioni dello sciopero e come si è arrivati a una giornata di mobilitazione che ha coinvolto le varie organizzazioni sindacali presenti in ferrovia?

Nello specifico le maggiori rivendicazioni della giornata sono state:

PER – Assunzioni, riduzione oraria a 36 ore settimanali, sicurezza delle lavorazioni, miglioramento dei turni di lavoro, ripristino sistema pensionistico pre-Fornero

CONTRO – Licenziamenti e sanzioni disciplinari mirate, jobs Act, tagli ai servizi e agli impianti, privatizzazioni e esternalizzazioni.

Lo sciopero è stato proclamato prima dai sindacati confederali, firmatari del Ccnl; successivamente come sindacati di base presenti in ferrovia, che avevano scioperato in modo unitario anche per lo sciopero generale del 2 dicembre 2022, abbiamo deciso di aderire alla giornata di mobilitazione. Va detto che buona parte delle problematiche oggetto della mobilitazione sono causate da un regime contrattuale capestro, di cui proprio le direzioni dei confederali sono responsabili con la firma di una lunga serie di Ccnl al ribasso, per cui diffidiamo della onestà della loro protesta. È peraltro innegabile il malumore crescente dei lavoratori, per cui era importante per noi, che da sempre portiamo avanti queste battaglie, stare nella protesta.

  • Il carovita e l’economia di guerra stanno attanagliando la classe lavoratrice, i piccoli artigiani e i disoccupati, mentre continuano ad aumentare i profitti delle grandi multinazionali. Come ferrovieri, oltre al rinnovo contrattuale con aumenti salariali, cosa rivendicate in termini politici per migliorare le vostre – non solo – condizioni?

Se intendi come ferrovieri Cub, la nostra impostazione ideologica è molto caratterizzata in senso anticapitalista ma questo non è però vero per la gran parte dei ferrovieri, che sono oggi ben lontani da concepire proteste e mobilitazioni socialmente e ideologicamente caratterizzate. La verità è che anche i ferrovieri come tutte le categorie lavorative, sono oggi mossi da istinti molto opportunisti e di interesse diretto, che spesso possono rappresentare anche rivendicazioni corrette e meritevoli ma mancano quasi del tutto la coscienza di classe e la analisi sociale. Diciamo con una battuta, che le proteste (comunque non costanti e non sufficienti), sono oggi caratterizzate dal materialismo economicista più che da quello dialettico. Nonostante ciò noi ci siamo e continuiamo a cercare di smuovere le coscienze, a cercare di insinuare il dubbio e a seminare il dissenso.

  • È in corso una dura lotta parallela nel settore delle merci, diretta da ferrovieri organizzati in un coordinamento (CMC) di settore, ce ne puoi parlare?

Si tratta di un percorso virtuoso ad oggi concentrato sul settore merci ma che sta cercando di allargarsi agli altri comparti ferrovieri. Di fatto il Cmc è un organismo assembleare, autoconvocato e autorganizzato, composto da molti attivisti del sindacalismo di base ma non solo, che in modo autonomo sta organizzando le mobilitazioni in Mercitalia Rail. Va detto che Mercitalia Rail seppur ancora parte del gruppo Fs, è stata di fatto scorporata dal Ccnl con condizioni lavorative fortemente al ribasso, questo è il motivo principale delle proteste dei macchinisti Cmc, che comunque scioperano anche per la sicurezza del lavoro e delle lavorazioni.

Il Cmc ha organizzato, in due anni, molte assemblee e svariate iniziative di coordinamento tra i territori, insieme a numerosi scioperi nazionali in sequenza, tutti molto partecipati e ha saputo marcare la distanza con le sigle sindacali firmatarie e colluse con la azienda, colpevoli della attuale disagiata condizione lavorativa. Molto interessante la capacità del Cmc di coinvolgere nelle proteste molti giovani anche nuovi assunti.

Il Cmc ha anche ben compreso la necessità di allargare la mobilitazione agli altri comparti ferroviari, per riuscire a ottenere risultati efficaci; per questo è in programma una specifica riunione il 5 Maggio. La sfida sarà quella di costruire una mobilitazione comune a tutti i ferrovieri, con un confronto aperto, necessario a decidere insieme modalità, rivendicazioni e agenda di lotta.

  • Da sempre rivolgete uno sguardo alle lotte internazionali e fin dall’inizio partecipate alla Rete sindacale internazionale di solidarietà e lotta. Come state vivendo la grande mobilitazione in Francia contro la riforma delle pensioni di Macron con alla testa anche i ferrovieri francesi?

Con estrema ammirazione e anche con un po’ di imbarazzo per quanto nel nostro paese siamo indietro rispetto a quella determinazione e quella capacità organizzativa. Va detto che pesa nella situazione italiana proprio la collusione con il potere, dei grandi sindacati confederali, invece in Francia i sindacati maggioritari (penso alla Cgt) hanno posizioni rivendicative molto più nette, scioperando e manifestando in modo unito e compatto con i sindacati di base, tra cui Solidaire di cui fanno parte i compagni ferrovieri di Sud Rail.

Tengo anche a dire che la riforma pensionistica Fornero ha colpito in maniera particolare i ferrovieri, estraniandoli dalle categorie usuranti e aumentando l’età lavorativa di macchinisti e capotreno di ben 9 anni (da 58 a 67); purtroppo neanche di fronte a questo scempio i sindacati firmatari di Ccnl si sono mobilitati; ricompensati come sempre da carriere, uffici, gestione di welfare aziendale e fondi pensione….