Lettera aperta al movimento sindacale, a tutte le organizzazioni sindacali, a delegate, delegati, semplici iscritte e iscritti, lavoratrici e lavoratori

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“Che ci posso fare io? Non si posso fare proprio niente. Perché dovrebbero prendere lo stipendio se non c’è la cassa integrazione? Non ci posso rimettere io. I problemi non sono i miei”, Francesco Borgomeo a Rete4

Alla ex-Gkn di Firenze è in atto un sequestro di salari e diritti. Potenzialmente un licenziamento per mobbing di massa. Non solo da 6 mesi non ci pagano ma il sindacato è azzerato di fatto in tutte le sue funzioni e prerogative. I decreti ingiuntivi sono stati fatti sulle buste paga di ottobre e novembre. Da allora hanno smesso di consegnarci anche le buste.

Un precedente pericoloso, che semplicemente non deve passare.
Da sei mesi hanno sequestrato e azzerato di fatto il contratto nazionale, gli accordi interni frutto di oltre 60 anni di lotte, il diritto al salario e perfino a ricevere la busta paga, l’aspettativa, i contributi, l’allattamento, la paternità ecc.

Qualsiasi diritto basilare è stato sequestrato come strumento di trattativa, di pressione nei confronti dello Stato. E’ un gioco al massacro, probabilmente calcolato nei minimi dettagli, per indurre il numero maggiore possibile di lavoratori a licenziarsi e per punire e piegare la resistenza lunga 20 mesi dell’assemblea permanente creatasi dopo la delocalizzazione della produzione.

La nostra condizione è una trappola ben studiata: in quanto lavoratori a tempo indeterminato non possiamo bloccare mutui, affitti. Non siamo disoccupati e quindi non riceviamo Naspi. Se ci licenziamo, rischiamo di perderla. In compenso però non abbiamo alcun reddito.

Dei 500 posti di lavoro iniziali, 220 sono stati bruciati senza avere bisogno di dichiarare nemmeno un licenziamento.
Tutto questo sta avvenendo sotto i riflettori, di fronte a dei tavoli ministeriali. Se osano fare tutto questo alla luce del sole, cosa succede nelle piccole aziende, nelle campagne, nei lavori stagionali? La risposta la conoscete bene.

Ricordiamo che non stiamo parlando di una proprietà industriale che dopo molti anni o per problemi di mercato, getta la spugna. Ma di una proprietà che appena un anno e mezzo fa compra Gkn Firenze con la promessa di reindustrializzarla. E oggi di fatto getta la maschera.

Tra il luglio 2021 e il dicembre 2021 infatti, riusciamo insieme, con la mobilitazione e l’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori, a sconfiggere i licenziamenti in tronco (dichiarati per delocalizzazione da GKn/Melrose).

Nel dicembre 2021 improvvisamente l’advisor di Gkn – presentato a Gkn dalla “stessa politica” – decide di acquistare lo stabilimento di Firenze. Ritira la liquidazione della società e i licenziamenti tecnicamente si fermano. Gli accordi stipulati tra lui e la vecchia proprietà rimangono riservati. Promette investitori che non si presentano mai e piani industriali che non arrivano. Viola l’accordo quadro sottoscritto che lo impegnerebbe anche a reindustrializzare con capitale proprio.

Nulla di nuovo. Una storia già vista. Anzi, potremmo dire una tattica sperimentata con cui in Italia si sono chiuse tante fabbriche; facendo evaporare i posti di lavoro in una operetta senza fine, fatta di investitori che non arrivano, migliaia di ore di cassa integrazione e tavoli ministeriali che servono solo a prendere tempo per perdere tempo.

Dopo la speculazione finanziaria, ora siamo probabilmente a quella immobiliare: l’obiettivo è svuotare lo stabilimento e liberarlo dai lavoratori.

In questo caso, però, l’assemblea permanente resiste e non permette che lo stabilimento venga smantellato senza chiarezza sulle future produzioni. Grazie alla convergenza con il resto delle mobilitazioni sociali, la lotta acquisisce una durata e una resistenza fuori dal comune.

E qua inizia l’attacco frontale che vi abbiamo descritto: l’abbiamo chiamato l’assedio. L’assedio si compone di due direttrici: fare terra bruciata attorno alla lotta con la calunnia e prendere per fame e sfinimento gli assediati. Così l’assemblea permanente – a guardia della reindustrializzazione e scoppiata a causa della delocalizzazione della produzione – viene indicata dalla proprietà come responsabile dell’assenza di lavoro. E mentre si prova a tenere impegnata l’opinione pubblica con questa calunnia, si procede alla vera illegalità: da novembre, come già spiegato, si smette di pagare gli stipendi e si azzera di fatto ogni norma contrattuale.

La cosa incredibile è che noi non siamo solo resistenza. Abbiamo messo in campo una serie di piani industriali, che con l’intervento pubblico potrebbero essere facilmente realizzabili e che sono ecologicamente e socialmente avanzati. L’unica cosa che ha fatto lo Stato in 20 mesi di lotta è recentemente concedere una cassa retroattiva e senza senso da gennaio a ottobre 2022. Liquidità pubblica retroattiva in una azienda che è in liquidazione oggi. Diciamolo a battuta: si potrebbe dire che hanno nazionalizzato il nostro Cud 2022.

Senza intervento pubblico, sarà tutto più difficile. Eppure stiamo provando a ripartire anche da soli, con forme di autoproduzione e cooperativistica.

La storia di Gkn fin qua può interrogare il movimento sindacale su una molteplicità di fattori: su come creare un modello sindacale democratico e partecipativo attraverso lo strumento del Collettivo di Fabbrica e i delegati di raccordo, sull’uso delle casse di resistenza, sul mutuo soccorso, sull’uso dell’articolo 11 dello Statuto dei Lavoratori per favorire un sindacalismo a insediamento multiplo, rivendicativo e consapevole, sulla ripartenza in autogestione operaia.

Su questo ognuno sarà libero di farsi una propria idea, ma il punto non è questo. Indipendentemente di cosa pensiate del nostro modello sindacale, è possibile tollerare l’azzeramento di qualsiasi forma di sindacato?

Vi chiediamo se è possibile tollerare, senza mettere in pericolo l’intero movimento sindacale, il sequestro di salari e diritti come modalità per indurre licenziamenti e piegare le vertenze sindacali?

Sin dall’inizio di questa vicenda, abbiamo considerato che fosse possibile, anzi probabile, una sconfitta. Ma così no. Così no. Questo precedente non può passare.

✊ ⚒ Il 25 marzo alle h 14.00 a Firenze chiamiamo nuovamente a un corteo. Rimanere a guardare non è possibile.