IN QUESTI ULTIMI GIORNI, TUTTI (O QUASI) I NODI SONO VENUTI AL PETTINE MOSTRANDO LA SCELLERATEZZA DEL PIANO ITA.

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Il 24 agosto Ita convocava i sindacati e apriva la trattativa avente in oggetto “l’acquisizione di alcuni cespiti inerenti al settore aviation”. All’indomani della convocazione, le direzioni delle organizzazioni al tavolo, dichiaravano inaccettabili le richieste avanzate, tra cui l’uscita dal CCNL e la mancata applicazione della 2112 (passaggio diretto dei lavoratori), dopo che per mesi avevano sostenuto il piano Ita come unica soluzione possibile.

Alla luce di questo drammatico scenario è ripartita la mobilitazione dei lavoratori e lavoratrici di Alitalia attraverso una serie di presidi sotto la sede Ita durante le trattative, con l’obiettivo di rompere il silenzio e l’immobilismo sindacale e per difendere diritti, salari e piena occupazione all’interno di una compagnia unica che mantenesse in sé le attività di terra e di volo.

La situazione attuale è disperata e purtroppo ha confermato le ragioni di chi, da subito, si è mobilitato contro il piano Ita con lungimiranza e caparbietà, richiedendo, con netto anticipo, un‘assemblea pubblica ed inclusiva di tutte le sigle sindacali ed organizzazioni professionali che, come abbiamo potuto constatare, è stata funzionale alla ripresa di una mobilitazione collettiva, che ha imposto la sospensione del tavolo di confronto in cui il governo continuava ad essere latitante.

Ricordiamo inoltre che, come prima iniziativa, già dal mese di agosto sono state raccolte più di 3000 firme (quota minima necessaria) per promuovere un referendum con cui richiedere la preventiva informazione e consultazione dei lavoratori prima della sottoscrizione di qualsiasi accordo sindacale. Ebbene, dopo le dichiarazioni del segretario generale della CGIL Maurizio Landini che, tra le sue esternazioni in piazza S. Silvestro ha affermato la necessità di “ricercare un’intesa con il consenso di tutti i lavoratori e lavoratrici…”, riteniamo ora più che mai indispensabile ricorrere anche a questo strumento fondamentale per affermare la volontà di tutti i dipendenti di respingere un piano che, non solo prevede migliaia di licenziamenti, contratti a ribasso ed eliminazione di diritti acquisiti, ma non ha nessuna prospettiva di crescita ed è destinato a fallire.

Infine dedichiamo un pensiero alla politica che, dopo mesi di totale abbandono, oggi si vorrebbe ripulire la coscienza con dichiarazioni di facciata in piena campagna elettorale. Il primo pensiero va all’ex ministro Gualtieri, ora candidato sindaco di Roma, per essere stato il diretto autore del piano Ita e per aver condotto gran parte della trattativa con l’UE riguardo la discontinuità. In tal senso rivendichiamo la contestazione avvenuta nei suoi confronti in piazza S. Silvestro da parte di lavoratori e lavoratrici Alitalia.

Arrivati a questo punto non dobbiamo assolutamente abbandonare il percorso di mobilitazione che con tanta fatica siamo riusciti a rimettere in moto. La grande giornata di mobilitazione del 10 settembre ci ha visti soddisfatti in merito la partecipazione e la combattività, ma ci vede delusi rispetto al risultato ottenuto. Non condividiamo nessun “cauto ottimismo”, non stiamo lottando per un pugno di assunzioni in più, un po’ di cassa integrazione o improbabili ricollocazioni, a tutti noi serve continuare a lottare senza sosta con le assemblee, i presidi e le manifestazioni, coinvolgendo anche tutto il settore aereo, aeroportuale, per costruire nei prossimi giorni gli adeguati rapporti di forza per raggiungere l’unico obiettivo che ci potrà salvare: respingere il piano Ita e riscrivere insieme il rilancio della compagnia di bandiera.

Roma, 13/09/2021

Tutti a Bordo – No al piano Ita