Fronte di lotta No austerity: 5°conferenza nazionale 2022

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PREMESSA GENERALE

La conferenza nazionale 2022 del Fronte di Lotta No Austerity si svolge in un momento emblematico per la lotta di classe nel nostro Paese, in cui i padroni tentano di disinnescare la crisi economica globale aggravata dalla combinazione di pandemia e guerra, spremendo lacrime e sangue dalle classi popolari. Una «tempesta perfetta» che il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori, nelle sue varie forme e organizzazioni, non è stato finora in grado di trasformare in mobilitazione di massa.

Infatti, nonostante lotte e vertenze sindacali esemplari e coraggiose in tutto il Paese, l’iniziativa rimane saldamente nelle mani del padronato, che la declina (grazie anche alle connivenze dei grandi apparati sindacali) in brutale sfruttamento del lavoro, chiusure di imprese, delocalizzazioni, vessazioni e licenziamenti. Ciò si traduce anche in povertà diffusa, disoccupazione, emarginazione delle masse popolari; mentre i padroni mantengono intatto il proprio potere e la propria ricchezza.

Ne sono esempi le tematiche casa e lavoro, sanciti come diritti dall’ordinamento costituito, in realtà massima fonte di speculazione padronale ai danni delle classi proletarie. Stessa cosa si potrebbe dire dell’acqua, dello smaltimento dei rifiuti, dello sfruttamento massivo di territorio, ambiente e risorse.

Peraltro i governi reazionari come quello di Draghi o delle destre oggi al potere continuano ad aumentare le diseguaglianze sociali, diminuendo la tassazione erariale per la grande borghesia e tagliando (ancora) i servizi pubblici essenziali, come sanità, scuola, trasporti.

Nei fatti la pandemia ha dimostrato l’inadeguatezza del sistema di sanità pubblica, distrutto da decenni di privatizzazioni e decurtazioni criminali delle risorse ad essa destinate: il prezzo lo hanno pagato le masse popolari con migliaia di morti per la mancanza di posti letto, personale e attrezzature nelle terapie intensive. Eppure, nessuno degli investimenti strutturali promessi per la sanità italiana ha trovato concreta realizzazione.

Peraltro la bandierina della patrimoniale scimmiottata dalle forze politiche di centro-sinistra è una mera finzione ipocrita e fasulla, che non hanno alcuna intenzione di realizzare. Anzi, va detto che, dal punto di vista dello sfruttamento del lavoro, i partiti cosiddetti di centrosinistra hanno elaborato spesso politiche ancora più aggressive della stessa destra, senza alcuna intenzione di abbassare, a vantaggio dei lavoratori, nemmeno il cosiddetto «costo del lavoro» alleggerendo la iniqua pressione fiscale alla fonte, soprattutto su buste paga di dipendenti e pensionati.

GUERRA

La questione guerra è fondamentale, non solo perché lo spettro della distruzione nucleare renderebbe tristemente vana ogni altra lotta, ma anche perché la guerra è connaturata al capitalismo e all’imperialismo, con potenze che si contendono le influenze economiche e geopolitiche mentre le persone sono mandate a morire come carne da macello. Ogni opposizione alle politiche di guerra non può prescindere dalla critica al sovranismo sciovinista, al fanatismo e al populismo; ogni ricerca di pace non può prescindere dall’invocazione della solidarietà tra le masse popolari di tutto il mondo e dall’auspicio di rivolta contro i propri governi, perché ogni popolo possa finalmente vivere in pace, libero dal giogo di capitalismi e imperialismi contrapposti.

AMBIENTE

La distruzione dell’ambiente va di pari passo alla distruzione dei diritti fondamentali delle masse popolari. Le mobilitazioni, soprattutto giovanili, contro inquinamento e surriscaldamento sono positive e importanti dopo decenni di assopimenti dei movimenti studenteschi; ma devono trovare il coraggio di pretendere un cambio sistemico rivoluzionario, abbandonando l’alleanza con i governi e coi capitalisti e unendosi al movimento operaio e alle classi lavoratrici.

L’economia green è solo un modo diverso e meno aggressivo di sfruttare le risorse da parte del capitalismo: ciò che ci serve non è tanto uno «sviluppo sostenibile», quanto un modello di vita armonico con l’ambiente e la salute, un sistema ecologico, inteso come benessere per le persone e per gli ecosistemi. Ciò significa produrre ciò che serve al benessere generale, rallentando i ritmi lavorativi e vitali, redistribuendo lavoro e ricchezza perché tale processo sia sostenibile. Tale risultato però non è raggiungibile nei sistemi economici attuali, capitalisti e imperialisti: serve un modello sociale radicalmente differente, basato sul principio dell’uguaglianza e del benessere collettivo, su un’economia volta alla soddisfazione dei bisogni sociali, a partire dall’autoproduzione e dalle pratiche autogestite di un diverso «modello di sviluppo». Questo è il salto ideologico che i movimenti ecologisti devono oggi fare, sganciandosi dalle direzioni sempre pronte a ricondurre ogni protesta nelle maglie del padronato e della concertazione.

CAROVITA E DEGRADO SOCIALE

Non facciamoci illusioni: non può esistere giustizia sociale in un sistema che si basa sulle sperequazioni come quello capitalista. Non vi sarà mai fine della povertà finché la ricchezza collettiva sarà nelle mani di pochi miliardari. Ciò significa anche neutralizzare il fascino del successo individuale, inculcato nelle teste dei lavoratori dalla propaganda di sistema. La giustizia sociale passa dal rifiuto dell’effimero, dell’opportunismo e dell’arrivismo con cui i padroni hanno (dis)educato le masse; passa dalla solidarietà e dalla coscienza di classe, come strumenti di riscatto e di rivolta.

È evidente che la situazione attuale è intollerabile per le masse. Basta citare l’impennata delle bollette, dei mutui sulla casa, dei prezzi dei generi di prima necessità, abbinata alle strategie di dismissione industriale, ai licenziamenti collettivi, alla sfruttamento del sistema degli appalti sempre più diffuso, alla precarietà sistemica, all’aumento del sistema repressivo sia interno al mondo del lavoro con l’appesantimento dei codici disciplinari e la cancellazione delle tutele normative (vedi Fornero e Articolo 18), al cinico sistema pensionistico oltre la vita media di molte categorie lavorative, ai rinnovi sempre al ribasso dei Cccnl, all’abuso del lavoro straordinario, allo sfruttamento del lavoro nero soprattutto di immigrati trasformati in schiavi. Le lavoratrici e i lavoratori salariati, i precari, i pensionati ormai faticano a sopravvivere. Ma dobbiamo anche ricordare la condizione di miseria del mondo dell’artigianato e dei piccoli commercianti, che non vanno lasciati alla propaganda populista delle destre. Tutti questi attacchi alle nostre condizioni di lavoro non sono cosa nuova: sono gli strumenti classici – e oggi ancora più aggressivi – con cui il potere borghese preserva sé stesso e la propria necessità di accumulo di capitale.

In tale situazione nefasta di attacco selvaggio del padronato alle classi popolari soltanto un rovesciamento radicale del sistema potrà portare una vera giustizia.

Questo obiettivo non è in contraddizione con la necessità di difese sindacali immediate per il proletariato, che devono essere intese come tasselli per una battaglia molto più ampia, non come elementi di conservazione del sistema.

Per questo riteniamo fondamentale rivendicare il diritto al reddito, che dovrebbero per noi tramutarsi in meccanismi di salario minimo garantito reale – vale a dire un reddito davvero universale – e non la farsa di una legge, peraltro aggirabile, buona solo a lavare la faccia a quei partiti che hanno tradito i lavoratori fino ieri. Al contempo è necessario recuperare le tutele che il padronato ha tolto ai lavoratori negli ultimi decenni a partire dalla scala mobile e dall’art. 18. È anche urgente lottare per un rinnovo finalmente dignitoso dei Ccnl, per la fine del lavoro nero e del sistema degli appalti, per la fine del Jobs Act e dell’alternanza scuola lavoro di renziana memoria e in generale dei percorsi di formazione scuola-lavoro/pcto (che significano sfruttamento giovanile e morte), per l’abbassamento della età pensionabile, per la sicurezza del lavoro e sul lavoro, per la riduzione dell’orario di lavoro a parità stipendio, per la gratuità dell’istruzione a ogni livello (anche universitario), per l’incremento deciso e la fruibilità universale e gratuita dei servizi sanitari, dei trasporti, dell’acqua e dell’energia.

Solidarietà di classe significa anche lottare contro ogni forma di razzismo e di sovranismo sciovinista, piaghe che il potere usa per dividere le masse popolari. Significa anche, come impegno del Flna e delle forze sane del movimento sindacale e di opposizione sociale, contrastare, con campagne mirate di informazione e sostegno alle iniziative di lotta e mobilitazione, l’intreccio tra gli effetti della cosiddetta «contraddizione capitale/lavoro» – che si traduce in aumento di sfruttamento e subalternità, precarietà di lavoro e di vita – con quelli altrettanto dannosi della cosiddetta «contraddizione di genere», che si traduce in massiccio aumento di disparità di trattamento discriminazione sul lavoro e nella società, ma anche in violenza, sottomissione al modello patriarcale, fino al femminicidio. Tutti fattori che connessi tra loro producono un ulteriore imbarbarimento delle relazioni sociali, un dominio sub-culturale che costituisce un freno pesante allo sviluppo di movimenti di lotta per l’emancipazione completa, delle classi lavoratrici e dei settori popolari subalterni.

GIOVANI E FUTURO

Le nuove generazioni devono essere libere di costruire il proprio futuro, anche attraverso un nuovo protagonismo nelle mobilitazioni sociali; a noi spetta arricchirli con le nostre esperienze, lasciando che ci trasmettano la loro inventiva e il loro entusiasmo. Soprattutto è importante coinvolgere ragazze e ragazzi in tematiche di diretto interesse come il diritto allo studio, le condizioni scolastiche e universitarie, la libertà di espressione, l’accesso al lavoro, lo sfruttamento del lavoro giovanile e il precariato, le fonti energetiche, l’inquinamento e il clima, uguaglianza economica e sociale; attraverso un dibattito franco e chiaro, che serva a sviluppare temi e modalità di lotta per i prossimi anni.

CONFERENZA NAZIONALE E PERCORSO

Per tutti questi obiettivi il Fronte di lotta No Austerity si batte da dieci anni, tentando di unire in una sola lotta attivisti sindacali, politici e di movimento. In questo momento cruciale riteniamo urgente rafforzare ed estendere questo strumento di unità delle lotte. Invitiamo pertanto le lavoratrici e i lavoratori, le compagne e i compagni, gli attivisti delle lotte, indipendentemente dalla diversa appartenenza politica e sindacale, a prendere contatto con noi e partecipare alla nostra Conferenza e al percorso di mobilitazione.

La CONFERENZA NAZIONALE 2022 sarà un momento di confronto, di analisi di discussione delle problematiche e delle azioni da mettere in campo a partire dai prossimi scioperi generali e dalle prossime manifestazioni, lotte e mobilitazioni. Sarà anche il tentativo di favorire la costruzione di percorsi unitari ampi – sul terreno nazionale e internazionale – contro la barbarie dl sistema capitalista, per riprenderci il nostro futuro e i nostri diritti. È importante anche proporre, nei territori e nei posti di lavoro, campagne e mobilitazioni tramite comitati territoriali per il salario sociale e il reddito universale, contro il carovita e l’aumento delle bollette energetiche e dei servizi fondamentali, primo effetto concreto e visibile di una ennesima crisi che speculatori finanziari, grande capitale economico e finanziario vorrebbero farci pagare a danno di tante/i, per il vantaggio di pochi/e, senza alcuna prospettiva di redistribuzione della ricchezza sociale prodotta in virtù dello sfruttamento delle persone e delle risorse della natura.

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SI RINGRAZIANO VIVAMENTE LE COMPAGNE E I COMPAGNI

DEL CSOA “LA STRADA” DELLA GARBATELLA PER L’OSPITALITA’