DIALETTICA E NATURA: MOBILITAZIONI DEL 15 MARZO E 23 MARZO

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UN UNICO OBIETTIVO, UN’UNICA LOTTA

L’ambiente e gli esseri umani sono intimamente e reciprocamente legati nella misura in cui i secondi plasmano il primo ed il primo determina la qualità della vita dei secondi.

Nei secoli ambiente e territorio sono stati depredati e violentati in nome di un progresso falsamente civile; questo in particolare nel sistema capitalista dove ambiente e esseri umani diventano parimenti strumento e vittime della speculazione a vantaggio delle oligarchie economiche e finanziarie; un modello di sviluppo miope e  privo di regole che esaurisce ogni attore e persino se stesso, basato sull’esclusivo obiettivo del profitto che avvelena la linfa del nostro mondo e del nostro tempo. Ne deriva una accelerazione innaturale dell’entropia delle cose e della specie che dobbiamo respingere con impostazione ideologica di classe, isolando il buonismo ipocrita e  interessato di parte della borghesia dominate.

In questo contesto, come già lo è stata la grande mobilitazione internazionale del 8 marzo (e come auspichiamo diventino quelle del 25 aprile e del Primo Maggio), le iniziative di lotta del 15 Marzo e del 23 Marzo 2019, che riempiranno le piazze di contenuti e rivendicazioni ambientaliste, sono importante occasione di un salto di qualità positivo della coscienza di classe nel nostro Paese (e non solo, trattandosi anche in questo caso di mobilitazioni a carattere internazionale). Tale battaglia si intreccia strettamente con la lotta dei lavoratori dei servizi essenziali quali Sanità, Scuola, Trasporti, contro i processi di privatizzazione che schiacciano diritti e tutele di chi lavora, aumentando i costi per gli utenti.

La dialettica materialista ci aiuta oggi a individuare e organizzare queste connessioni, mobilitandoci e mobilitando lavoratrici e lavoratori, donne e uomini come parte del proprio ambiente e di quello globale, come elementi di un sistema complesso che insieme dobbiamo difendere e di cui dobbiamo riappropriarci.

Di fatto la forza simbolica dei molti temi trattati evidenzia le antinomie dei nuovi populismi politici, come delle impostazioni sindacali concertativi e sistemiche, contraddizioni e biechi calcoli di interesse che emergono con evidenza nel profilo dell’attuale governo giallo verde. Ne sono esempio le capriole fatte sulle vicende Tap e Terzo Valico e anche il teatrino polemico sulla questione TAV: nell’eterno gioco del poliziotto buono (Di Maio) e cattivo (Salvini), appare chiara la volontà di questo Governo di servire i grandi poteri economico-finanziari sulla testa delle masse popolari, esattamente come hanno fatto tutti i governi che lo hanno preceduto (per lo più con la squallida aggravante dell’odio xenofobo ostentato e rivendicato).

Importante anche evidenziare come il movimento No TAV abbia saputo diventare in due decenni, rappresentativo e referente di un intero territorio e della volontà del suo popolo di difenderlo. Un movimento organizzato e di massa, tra i più efficaci della storia italiana, che ha più volte messo in crisi quel sistema padronale invece difeso con veemente arroganza tanto dalle burocrazie di Cgil, Cisl, Uil, quanto dal vecchio e nuovo PD, che alla pari delle Destre dimostrano, in modo esemplare,  la loro subordinazione alla logica del potere.

Peraltro i ferrovieri organizzati dal sindacalismo di base si battono da anni contro la TAV, in quanto enorme spreco di risorse pubbliche, che umilia le reali necessità di investimento sulla sicurezza e sulla qualità del servizio ferroviario per la stragrande parte degli utenti, a partire da lavoratori pendolari e studenti.

Anche la battaglia per i beni comuni è emblematica dei rapporti di forza e dello scontro fra l’interesse collettivo e quello della imprenditoria capitalista, che si concretizza anche nella programmazione delle grandi opere inutili, nello sfruttamento del ciclo dei rifiuti, nel controllo della filiera alimentare.

Emblematica la gestione dell’Acqua che, benché bene primario ed essenziale (su cui in Italia è stato anche votato un referendum, ad oggi disatteso, per mantenerne la gestione pubblica), è diffusamente stata consegnata nella mani di affaristi senza scrupoli. Privatizzando il servizio idrico si è così affidato al mercato speculativo la fonte primaria della vita,  come segno di un liberismo selvaggio e non controllabile.

Paradossale che il termine “liberismo”, ossia la capacità degli sfruttatori di agire indisturbati nei meccanismi macroeconomici a proprio unico e massimo vantaggio, sia desunto dal concetto di “libertà”, a dimostrazione di come il modello di sfruttamento totale del capitalismo travolga asservendola anche la semantica , per creare un modello di coercizione di massa.

Parallelamente un sistema che considera l’inquinamento massiccio come male necessario per la capacità produttiva, senza rispetto per gli equilibri naturali, genera effetti mutanti e devastanti sul Clima globale, versando veleni e abomini che fanno oggi dell’inquinamento la prima causa di morte prematura nel modo.

Come Fronte di Lotta No Austerity, nel nostro ruolo di diffusione e collegamento delle lotte, sosterremo con il massimo impegno sia lo sciopero internazionale per il clima del 15 Marzo “Climate Strike”, che in Italia vedrà in prima linea giovani studenti , sia la grande manifestazione nazionale per i Beni Comuni e contro le Grandi Opere inutili organizzata da comitati e movimenti che si terrà a Roma il 23 Marzo.