Costruiamo insieme l’opposizione al governo Meloni!

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Report della 5a Conferenza nazionale del Fronte di lotta No austerity

Dopo un lungo stop dovuto alla pandemia, sabato 12 e domenica 13 novembre, a Roma, si è tenuta la 5a Conferenza nazionale del Fronte di lotta No austerity. 

A partecipare ai lavori sono giunti delegati e invitati da Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Campania e Puglia in rappresentanza di realtà di lotta come Alitalia, Gse Almaviva, Whirlpool, Stellantis, Pirelli, ferrovieri e lavoratori dei trasporti, lavoratori delle poste, insegnanti, lavoratori della sanità e ricercatori organizzati in Cgil, Cub, Si Cobas, Slai Cobas e Usi di Roma che a prescindere dalla loro collocazione sindacale condividono la necessità di unirsi contro gli attacchi padronali e dei governi. Presenti anche studenti universitari attivi nelle mobilitazioni studentesche.

I lavori sono iniziati il sabato mattina con i saluti di Jacopo, portavoce del Csoa La strada che ha ospitato la Conferenza. Jacopo ha ricordato i 28 anni di storia del centro, una storia di eventi, incontri, musica, spettacoli, didattica e assemblee: tutte attività che hanno restituito significato e valore a tanti giovani, facendo prendere loro coscienza delle ragioni delle difficoltà politiche e sociali che incontrano.

Si è poi proseguito con l’intervento di Diego, operaio della Pirelli e attivista della Cub, che ha ripercorso gli ultimi anni dallo scoppio della pandemia ai giorni nostri, ricordando gli attacchi padronali e dei loro governi e il ruolo complice delle direzioni sindacali e, al contempo, le importanti mobilitazioni operaie, dagli scioperi del marzo 2020 alle lotte dei lavoratori Alitalia, Almaviva/Gse, Gkn, Whirlpool, Ex Ilva ecc. Diego ha concluso richiamando la necessità, non più rimandabile, di unire tutte le lotte e le vertenze in corso per generalizzare, radicalizzare ed estendere  sul territorio nazionale le lotte in corso: di qui l’importanza del Flna.

Dopo Diego è intervenuta Francesca, lavoratrice Gse Almaviva ed Rsu Fiom-Cgil, tra le principali figure che hanno diretto alcune tra le più importanti lotte degli ultimi anni, tra cui lo sciopero a oltranza di 39 giorni consecutivi. Francesca ha raccontato come le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori Gse Almaviva siano servite ad ottenere importanti diritti come l’ex art. 18 e migliori condizioni lavorative e che gli attacchi che hanno subìto, specialmente nel territorio romano, tramite il sistema degli appalti, sono stati molto pesanti, specialmente in termini occupazionali (ricordiamo il licenziamento di 1666 lavoratori).

Roberto, operaio Stellantis in forza alla Sevel di Atessa (Ch) e attivista dello Slai Cobas di Chieti, ha relazionato sul più grande e importante gruppo industriale italiano, ricordando che Stellantis, per massimizzare i profitti, sta spingendo al massimo lo sfruttamento in tutti gli stabilimenti. In particolare, Roberto, ha ricordato la chiusura dello stabilimento cinese che ha lasciato a casa centinaia di lavoratori, a dimostrazione  che i lavoratori sono sfruttati in tutto il mondo. La situazione italiana è molto preoccupante, in tutti gli stabilimenti si lavora a intermittenza e la concorrenza polacca, dove la manodopera viene sfruttata a livelli maggiori, mette in serio pericolo il futuro dello loro stabilimento in Val di Sangro. Roberto infine ha ricordato come il Fronte di lotta No austerity sia uno strumento importante per costruire il fronte di unità d’azione che serve alla nostra classe.

La quarta relazione è stata affidata a Jessica, compagna brasiliana del Movimento Mulheres em Luta, affiliato alla Csp Conlutas, e oggi attivista di Donne in Lotta-Flna. Jessica ha ricordato come in Brasile i governi Lula, Roussef e Bolsonaro hanno egualmente oppresso le donne, le nere, le persone lgbt, gli immigrati: il parallelo è con l’Italia dove, dopo le politiche antioperaie dei governi di centrosinistra, le destre guadagnano il governo con la Meloni (così come è successo in Brasile con Bolsonaro). Partendo dalle sue esperienze personali vissute in Italia, spiega come le varie leggi anti-immigrazione – razziste e xenofobe – pongono gli immigrati, soprattutto se neri e donne, in una situazione di totale oppressione dove è proprio il razzismo istituzionale a imporre loro una emarginazione sociale. Conclude dicendo che la battaglia contro ogni forma di oppressione, potrà essere vincente solo se connessa con la lotta contro lo sfruttamento di tutta la classe lavoratrice. 

È intervenuto poi Leonardo, lavoratore della logistica ed esponente del Si Cobas romano. Leonardo, nella sua relazione, ha denunciato i contratti scadenti nel settore della logistica: i lavoratori della logistica sono tutti interinali e sotto ricatto ad ogni scadenza, il modello Amazon tende ad essere importato in Italia. Leonardo ritiene importante  presenziare alla conferenza del Flna e rivendica la presenza in piazza insieme alle lavoratrici e ai lavoratori Alitalia, Gkn, logistica e Disoccupati, nello spirito della recente assemblea dei lavoratori combattivi. Sono stati poi ricordati i gravi episodi di repressione nella logistica a Piacenza e contro gli studenti della Sapienza. Leonardo ha chiuso ricordando l’importante data dello sciopero del 2 dicembre proclamato dai sindacati di base: una risposta necessaria e non rimandabile.

Chiude il giro delle relazioni di apertura Daniele Cofani, lavoratore tra i protagonisti della lotta Alitalia, attivista della Cub trasporti e del Comitato Tutti a bordo – No al piano Ita. Daniele ha descritto la lotta dei lavoratori Alitalia contro il piano Ita che sta mettendo in atto ottomila licenziamenti, precarizzazione e impoverimento salariale dei restanti, ricordandone le tappe importanti come la vittoria storica del referendum del 2017. Daniele ha restituito alla platea un intervento lucido e dettagliato di una vertenza che dura da oltre 15 anni, descrivendo il ruolo di padroni e speculatori di ogni risma e dei governi borghesi di ogni colore, nonché del tradimento di classe perpetrato dalle direzioni dei sindacati confederali e di alcuni sindacati cosiddetti «di base». Infine ha ricordato l’insegnamento e il patrimonio di alleanze tra lotte operaie acquisito in questi anni di lotte: lotte che dovranno proseguire ed essere rilanciate, poiché Ita nasce già sull’orlo del fallimento, e sarà importante tenersi pronti a lottare per una compagnia unica, pubblica e sotto il controllo diretto dei lavoratori.

Un dibattito partecipato e di alto livello

Al termine delle relazioni introduttive si è aperto il dibattito, numerosi sono stati gli interventi e i temi affrontati, dando la misura di quante siano le difficoltà e i problemi che le lavoratrici e i lavoratori devono affrontare quotidianamente.

Dal dibattito sono emerse importanti testimonianze dai lavoratori delle fabbriche, dei servizi, delle poste e molte altre categorie comprese la scuola, la sanità e i trasporti. Non possiamo citare tutti per ragioni di spazio, ma vogliamo citare gli interventi dei Disoccupati di Napoli, in cui Eddy ha ricordato che l’unità non si costruisce a tavolino fra segreterie e vertici di organizzazioni, ma unendo le lotte di tutti i lavoratori, inoltre ha ricordato la repressione che gli attivisti e le attiviste subiscono nelle piazze e nei luoghi di lavoro, fino all’utilizzo della giustizia borghese con accuse diffamatorie come l’associazione a delinquere verso chi organizza le lotte; Rosetta, lavoratrice ed Rsu Fiom del Gse Almaviva ha spiegato che nessuna “transizione ecologica” sarà possibile nel capitalismo e ha poi emozionato la platea, che l’ha ripagata con un grande applauso spontaneo, ricordando la lotta culminata nei famosi 39 giorni consecutivi di sciopero a oltranza; Rita, operaia Stellantis e delegata della Flmu-Cub, ha parlato della necessità di difendere l’esistente, rilanciando le lotte a partire dalle piazze, dai quartieri, informando sulla presenza di attivisti sindacali per dire ai lavoratori che non sono soli a risolvere i loro problemi; Vincenzo, operaio Whirlpool, ha ricordato che Whirlpool sta ritirando impianti produttivi da tutta Europa e che dobbiamo aspettarci altre chiusure con licenziamenti e contro tutto ciò continueranno a lottare. Importante anche l’intervento di Mimmo del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti che ha parlato della lotta che stanno portando avanti da anni a Taranto contro gli accordi di licenziamento nella ex-Ilva ma soprattutto contro una fabbrica di morte che inquina il territorio e uccide la popolazione, infine ha parlato dell’esperienza del 1 maggio che come comitato organizzano con successo da vari anni in città.  

Non sono mancati gli interventi di studenti, ricercatori universitari, collettivi, lavoratori della scuola, movimenti di lotta per la casa (Firenze), attivisti (Usi) dei comitati per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, ecc. 

Il dibattito è terminato con le conclusioni di Daniele, operaio Alitalia e membro del Gruppo operativo nazionale del Fronte di lotta No austerity. Daniele ha fatto una sintesi efficace dei punti più importanti emersi nella discussione pomeridiana: sostegno del Csoa La Strada, esempio di iniziativa sociale storica a Roma; rilancio del Flna come strumento di unità di classe; rilancio delle lotte (qui confluite otto diverse organizzazioni sindacali presenti nelle lotte reali di diversi territori d’Italia); unità delle avanguardie combattive e delle basi combattive; contro la repressione dei decreti Salvini condotta da associazioni a delinquere (che non sono i compagni napoletani inoccupati ma la camorra che opera per conto del capitalismo); contro le leggi per opprimere gli immigrati e ridurli alla clandestinità e ricattabili; contro il Jobs Act dei governi di sinistra (leggi Biagi e Treu); lotte contro i governi che hanno abolito l’art. 18, una delle conquiste storiche dei lavoratori degli anni Settanta nella complice inerzia delle burocrazie sindacali.

La sessione pomeridiana si è conclusa  con due importanti collegamenti internazionali: Jóźwiak Ignacy dalla Polonia, intervenuto a nome del sindacato Ip e della Rete sindacale internazionale di solidarietà e lotta, ha parlato dell’esperienza dei convogli di solidarietà operaia che la Rete ha organizzato per portare aiuti ai minatori e metalmeccanici ucraini nella regione di Kryvyi Rih, organizzati in un sindacato indipendente; e Glenroy Watson, autoferrotranviere di Londra che ha parlato delle recenti lotte in Gran Bretagna evidenziando come i vari cambi di governo non stanno portando alcun cambiamento nelle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici.

I lavori del secondo giorno

La seconda giornata si è articolata in tre tempi: la presentazione del documento politico della Conferenza, la proposta delle due campagne di solidarietà alla lotta Alitalia e contro la repressione e la votazione di mozioni e contributi.

Il documento politico è stato presentato, a nome del Gruppo operativo nazionale, da Ivan, ferroviere e attivista della Cub Trasporti di Firenze. A seguire si è sviluppato un ricco dibattito con importanti contributi che hanno integrato e migliorato il documento.

Sono state lanciate anche due campagne nazionali (Solidarietà alla lotta Alitalia e contro la Repressione) e votate mozioni presentate dai delegati alla Conferenza.

A seguire trovate tutti i testi votati e approvati dalla conferenza:

Documento politico

Fronte di lotta No austerity: 5a Conferenza nazionale 2022

PREMESSA GENERALE


La conferenza nazionale 2022 del Fronte di Lotta No Austerity si svolge in un momento emblematico per la lotta di classe nel nostro Paese, in cui i padroni tentano di disinnescare la crisi economica globale aggravata dalla combinazione di pandemia e guerra, spremendo lacrime e sangue dalle classi popolari. Una «tempesta perfetta» che il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori, nelle sue varie forme e organizzazioni, non è stato finora in grado di trasformare in mobilitazione di massa.

Infatti, nonostante lotte e vertenze sindacali esemplari e coraggiose in tutto il Paese, l’iniziativa rimane saldamente nelle mani del padronato, che la declina (grazie anche alle connivenze dei grandi apparati sindacali) in brutale sfruttamento del lavoro, chiusure di imprese, delocalizzazioni, vessazioni e licenziamenti. Ciò si traduce anche in povertà diffusa, disoccupazione, emarginazione delle masse popolari; mentre i padroni mantengono intatto il proprio potere e la propria ricchezza.

Ne sono esempi le tematiche casa e lavoro, sanciti come diritti dall’ordinamento costituito, in realtà massima fonte di speculazione padronale ai danni delle classi proletarie. Stessa cosa si potrebbe dire dell’acqua, dello smaltimento dei rifiuti, dello sfruttamento massivo di territorio, ambiente e risorse.
Peraltro i governi reazionari come quello di Draghi o delle destre oggi al potere continuano ad aumentare le diseguaglianze sociali, diminuendo la tassazione erariale per la grande borghesia e tagliando (ancora) i servizi pubblici essenziali, come sanità, scuola, università e ricerca, trasporti.

Nei fatti la pandemia ha dimostrato l’inadeguatezza del sistema di sanità pubblica, distrutto da decenni di privatizzazioni e decurtazioni criminali delle risorse ad essa destinate: il prezzo lo hanno pagato le masse popolari con migliaia di morti per la mancanza di posti letto, personale e attrezzature nelle terapie intensive. Eppure, nessuno degli investimenti strutturali promessi per la sanità italiana ha trovato concreta realizzazione.

Peraltro la bandierina della patrimoniale scimmiottata dalle forze politiche di centro-sinistra è una mera finzione ipocrita e fasulla, che non hanno alcuna intenzione di realizzare. Anzi, va detto che, dal punto di vista dello sfruttamento del lavoro, i partiti cosiddetti di centrosinistra hanno elaborato spesso politiche ancora più aggressive della stessa destra, senza alcuna intenzione di abbassare, a vantaggio dei lavoratori, nemmeno il cosiddetto «costo del lavoro» alleggerendo la iniqua pressione fiscale alla fonte, soprattutto su buste paga di dipendenti e pensionati.

GUERRA

La questione guerra è fondamentale, non solo perché lo spettro della distruzione nucleare renderebbe tristemente vana ogni altra lotta, ma anche perché la guerra è connaturata al capitalismo e all’imperialismo, con potenze che si contendono le influenze economiche e geopolitiche mentre le persone sono mandate a morire come carne da macello. Ogni opposizione alle politiche di guerra non può prescindere dalla critica al sovranismo sciovinista, al fanatismo e al populismo; ogni ricerca di pace non può prescindere dall’invocazione della solidarietà tra le masse popolari di tutto il mondo e dall’auspicio di rivolta contro i propri governi, perché ogni popolo possa finalmente vivere in pace, libero dal giogo di capitalismi e imperialismi contrapposti.

AMBIENTE

La distruzione dell’ambiente va di pari passo alla distruzione dei diritti fondamentali delle masse popolari. Le mobilitazioni, soprattutto giovanili, contro inquinamento e surriscaldamento sono positive e importanti dopo decenni di assopimenti dei movimenti studenteschi; ma devono trovare il coraggio di pretendere un cambio sistemico rivoluzionario, abbandonando l’alleanza con i governi e coi capitalisti e unendosi al movimento operaio e alle classi lavoratrici.
L’economia green è solo un modo diverso di sfruttare le risorse da parte del capitalismo: ciò che ci serve non è tanto uno «sviluppo sostenibile», quanto un modello di vita armonico con l’ambiente e la salute, un sistema ecologico, inteso come benessere per le persone e per gli ecosistemi. Ciò significa produrre ciò che serve al benessere generale, rallentando i ritmi lavorativi e vitali, redistribuendo lavoro e ricchezza perché tale processo sia sostenibile. Tale risultato però non è raggiungibile nei sistemi economici attuali, capitalisti e imperialisti: serve un modello sociale radicalmente differente, basato sul principio dell’uguaglianza e del benessere collettivo, su un’economia volta alla soddisfazione dei bisogni sociali, a partire dall’autoproduzione e dalle pratiche autogestite di un diverso «modello di sviluppo». Questo è il salto ideologico che i movimenti ecologisti devono oggi fare, sganciandosi dalle direzioni sempre pronte a ricondurre ogni protesta nelle maglie del padronato e della concertazione.

CAROVITA E DEGRADO SOCIALE

Non facciamoci illusioni: non può esistere giustizia sociale in un sistema che si basa sulle sperequazioni come quello capitalista. Non vi sarà mai fine della povertà finché la ricchezza collettiva sarà nelle mani di pochi miliardari. Ciò significa anche neutralizzare il fascino del successo individuale, inculcato nelle teste dei lavoratori dalla propaganda di sistema. La giustizia sociale passa dal rifiuto dell’effimero, dell’opportunismo e dell’arrivismo con cui i padroni hanno (dis)educato le masse; passa dalla solidarietà e dalla coscienza di classe, come strumenti di riscatto e di rivolta.

È evidente che la situazione attuale è intollerabile per le masse. Basta citare l’impennata delle bollette, dei mutui sulla casa, dei prezzi dei generi di prima necessità, abbinata alle strategie di dismissione industriale, ai licenziamenti collettivi, alla sfruttamento del sistema degli appalti sempre più diffuso, alla precarietà sistemica, all’aumento del sistema repressivo sia interno al mondo del lavoro con l’appesantimento dei codici disciplinari e la cancellazione delle tutele normative (vedi Fornero e Articolo 18), al cinico sistema pensionistico oltre la vita media di molte categorie lavorative, ai rinnovi sempre al ribasso dei Ccnl, all’abuso del lavoro straordinario, allo sfruttamento del lavoro nero soprattutto di immigrati trasformati in schiavi. Le lavoratrici e i lavoratori salariati, i precari, i pensionati ormai faticano a sopravvivere. Ma dobbiamo anche ricordare la condizione di miseria del mondo dell’artigianato e dei piccoli commercianti, che non vanno lasciati alla propaganda populista delle destre. Tutti questi attacchi alle nostre condizioni di lavoro non sono cosa nuova: sono gli strumenti classici – e oggi ancora più aggressivi – con cui il potere borghese preserva sé stesso e la propria necessità di accumulo di capitale.

In tale situazione nefasta di attacco selvaggio del padronato alle classi popolari soltanto un rovesciamento radicale del sistema potrà portare una vera giustizia.

Questo obiettivo non è in contraddizione con la necessità di difese sindacali immediate per il proletariato, che devono essere intese come tasselli per una battaglia molto più ampia, non come elementi di conservazione del sistema.

Per questo riteniamo fondamentale rivendicare il diritto al reddito per tutti, che dovrebbe per noi tramutarsi in meccanismi di salario minimo garantito reale – vale a dire un reddito davvero universale – e non la farsa di una legge, peraltro aggirabile, buona solo a lavare la faccia a quei partiti che hanno tradito i lavoratori fino ieri. Al contempo è necessario recuperare le tutele che il padronato ha tolto ai lavoratori negli ultimi decenni a partire dalla scala mobile e dall’art. 18. È anche urgente lottare per un rinnovo finalmente dignitoso dei Ccnl, per la fine del lavoro nero e del sistema degli appalti, per la fine del Jobs Act e dell’alternanza scuola lavoro di renziana memoria e in generale dei percorsi di formazione scuola-lavoro/pcto (che significano sfruttamento giovanile e morte), per l’abbassamento della età pensionabile, per la sicurezza del lavoro e sul lavoro, per la riduzione dell’orario di lavoro a parità stipendio, per la gratuità dell’istruzione a ogni livello (anche universitario), per l’incremento deciso e la fruibilità universale e gratuita dei servizi sanitari, dei trasporti, dell’acqua e dell’energia.

Solidarietà di classe significa anche lottare contro ogni forma di razzismo e di sovranismo sciovinista, piaghe che il potere usa per dividere le masse popolari. Significa anche, come impegno del Flna e delle forze sane del movimento sindacale e di opposizione sociale, contrastare, con campagne mirate di informazione e sostegno alle iniziative di lotta e mobilitazione, l’intreccio tra gli effetti della cosiddetta «contraddizione capitale/lavoro» – che si traduce in aumento di sfruttamento e subalternità, precarietà di lavoro e di vita – con quelli altrettanto dannosi della cosiddetta «contraddizione di genere», che si traduce in massiccio aumento di disparità di trattamento discriminazione sul lavoro e nella società, ma anche in violenza, sottomissione al modello maschilista, fino al femminicidio. Tutti fattori che connessi tra loro producono un ulteriore imbarbarimento delle relazioni sociali, un dominio sub-culturale che costituisce un freno pesante allo sviluppo di movimenti di lotta per l’emancipazione completa, delle classi lavoratrici e dei settori popolari subalterni.

GIOVANI E FUTURO

Le nuove generazioni devono essere libere di costruire il proprio futuro, anche attraverso un nuovo protagonismo nelle mobilitazioni sociali; a noi spetta arricchirli con le nostre esperienze, lasciando che ci trasmettano la loro inventiva e il loro entusiasmo. Soprattutto è importante coinvolgere ragazze e ragazzi in tematiche di diretto interesse come il diritto allo studio, le condizioni scolastiche e universitarie, la libertà di espressione, l’accesso al lavoro, lo sfruttamento del lavoro giovanile e il precariato, le fonti energetiche, l’inquinamento e il clima, uguaglianza economica e sociale; attraverso un dibattito franco e chiaro, che serva a sviluppare temi e modalità di lotta per i prossimi anni.

RETE SINDACALE INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETA’ E DI LOTTA

Come Fronte di Lotta No Austerity consideriamo un elemento fondamentale e qualificante della nostra azione, lo sviluppo coordinato della mobilitazione a livello internazionale. Infatti il Fronte di Lotta No Austerity aderisce alla Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta, insieme con alcune tra le più importanti organizzazioni sindacali conflittuali del mondo, come Solidaires (Francia), Csp Conlutas (Brasile) e Cgt (Stato spagnolo), partecipando – e anche attivando – importanti campagne di mobilitazione internazionale, contro lo sfruttamento di lavoratrici e lavoratori e per la difesa dei diritti fondamentali.

CONFERENZA NAZIONALE E PERCORSO

Per tutti questi obiettivi il Fronte di lotta No Austerity si batte da dieci anni, tentando di unire in una sola lotta attivisti sindacali, politici e di movimento. In questo momento cruciale riteniamo urgente rafforzare ed estendere questo strumento di unità delle lotte. Invitiamo pertanto le lavoratrici e i lavoratori, le compagne e i compagni, gli attivisti delle lotte, indipendentemente dalla diversa appartenenza politica e sindacale, a prendere contatto con noi e partecipare alla nostra Conferenza e al percorso di mobilitazione.

La CONFERENZA NAZIONALE 2022 sarà un momento di confronto, di analisi di discussione delle problematiche e delle azioni da mettere in campo a partire dai prossimi scioperi generali e dalle prossime manifestazioni, lotte e mobilitazioni. Sarà anche il tentativo di favorire la costruzione di percorsi unitari ampi – sul terreno nazionale e internazionale – contro la barbarie dl sistema capitalista, per riprenderci il nostro futuro e i nostri diritti. È importante anche proporre, nei territori e nei posti di lavoro, campagne e mobilitazioni tramite comitati territoriali per il salario sociale e il reddito universale, contro il carovita e l’aumento delle bollette energetiche e dei servizi fondamentali, primo effetto concreto e visibile di una ennesima crisi che speculatori finanziari, grande capitale economico e finanziario vorrebbero farci pagare a danno di tante/i, per il vantaggio di pochi/e, senza alcuna prospettiva di redistribuzione della ricchezza sociale prodotta in virtù dello sfruttamento delle persone e delle risorse della natura.

Campagna contro la repressione

No alla repressione degli scioperi e delle lotte!

Campagna per l’abolizione del Decreto anti-Rave e dei Decreti sicurezza

La V Conferenza nazionale del Fronte di Lotta No Austerity promuove una campagna per il ritiro del “Decreto anti-rave”, dei “Decreti sicurezza” e di tutte le leggi che ostacolano o limitano il diritto di manifestazione e di sciopero. Il governo Meloni – governo padronale, reazionario e di estrema destra – intende accelerare sul terreno della repressione, ai danni soprattutto dei lavoratori, dei sindacati combattivi e delle mobilitazioni dei giovani e degli studenti.

Il “Decreto anti-rave”, in discussione in parlamento, prevede misure detentive per chi occupa “terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica” in “un numero di persone superiore a cinquanta”. È evidente che l’intento di questo decreto va ben oltre l’organizzazione di eventi innocui come i rave: la norma potrà essere utilizzata anche per colpire chi occupa una fabbrica durante uno sciopero o una scuola durante una protesta studentesca o chi organizza anche un’assemblea o un riunione (viene leso quindi anche il diritto di riunione). 

Al contempo, non possiamo non dimenticare che queste misure repressive ai danni delle lotte operaie e studentesche vengono da lontano: i “Decreti sicurezza” (noti anche come “Decreti Salvini”) varati dal governo Conte1 e mai aboliti né dal governo Conte2 né dal governo Draghi prevedono misure analoghe (decreti già anticipati in molti aspetti dai Decreti Minniti). I Decreti sicurezza hanno infatti introdotto la pena detentiva (fino a quattro anni) per chi “invade” terreni o edifici di proprietà altrui: se il fatto è commesso da più di 5 persone scatta la pena massima, con multe superiori ai 2000 euro a testa; se “l’invasione” è effettuata da due o più persone scatta anche la pena massima per promotori e organizzatori. Sono soprattutto gli immigrati i più colpiti: potrebbero vedersi revocare il proprio permesso di soggiorno se condannati. Inoltre, già i Decreti sicurezza prevedono la “reclusione fino a 6 anni” per chi “ostruisce o ingombra una strada”, magari durante un picchetto di sciopero. Sono, inoltre, stati quei decreti a introdurre sanzioni severe per chi salva i naufraghi in mare, sanzioni solo attenuate dalle successive modifiche ai decreti introdotte dal governo Conte2: i respingimenti delle navi delle ong di questi giorni sono possibili perché nessun governo ha abolito la norma che prevede che il Ministero dell’Interno – insieme con quello della Difesa e delle Infrastrutture – possa “limitare o vietare il transito e la sosta di navi nel mare territoriale”.

Per questo, il Fronte di Lotta No Austerity rilancia, aggiornandola, la campagna per l’abolizione di tutte le leggi repressive www.frontedilottanoausterity.org/notizie-in-evidenza/campagna-per-labolizione-del-decreto-salvini-bis-fronte-di-lotta-no-austerity, includendo in esse anche il nuovo “Decreto anti-rave”. Facciamo appello a diffondere la campagna in tutti i luoghi di lavoro e di studio e chiediamo ai sindacati di inserire l’abolizione di queste leggi all’interno delle loro piattaforme rivendicative e di sciopero. Pensiamo anche sia necessario includere tra le rivendicazioni di questa campagna l’abolizione delle leggi antisciopero (come la 146/90, che vieta lo sciopero a sorpresa e prolungato nei servizi cosiddetti “essenziali”).

No alla repressione di chi sciopera e di chi lotta!

Campagna di solidarietà alla lotta Alitalia

Alitalia, il più grande massacro occupazionale sta andando a compimento: campagna di solidarietà nazionale e internazionale

Con la vendita ad Atitech del ramo manutenzione è stato portato a compimento il piano Ita Airways con ulteriore perdita di know how e centinaia di licenziamenti.

La 5° conferenza nazionale del Fronte di Lotta No Austerity promuove una campagna di solidarietà nazionale e internazionale a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici Alitalia vittime del piano Ita.

A seguito della vendita del ramo Manutenzione alla società Atitech e all’accordo sindacale stipulato con le direzioni di Cgil,Cisl,Uil e Ugl, nella serata del 31 ottobre, nelle caselle postali di circa 400 lavoratrici e lavoratori sono arrivate le lettere di messa in stato di cassa integrazione. Per centinaia di operai che hanno, col loro lavoro e la loro professionalità, garantito la sicurezza degli aeromobili di quella che fu la compagnia di bandiera, si avvicina l’orlo del precipizio verso la disoccupazione.

I settori più colpiti delle Manutenzioni sono stati le officine che attendono alla revisione dei componenti aeronautici e il settore della logistica degli hangar e linea tecnica con decine di operai lasciati fuori dalle unità produttive continuando, nei fatti, nel solco della devastazione del know how che da sempre ha reso la Divisione Manutenzione Alitalia un fiore all’occhiello della compagnia di bandiera.

Il Fronte di lotta No austerity, ieri come oggi, esprime solidarietà e offre il suo sostegno alla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori Alitalia: 20 mila licenziamenti in 15 anni! Si tratta del più grande massacro occupazionale italiano del 21° secolo!

Il Piano Ita, come giustamente denunciato fin dall’inizio dal sindacalismo di base ma soprattutto dal Comitato Tutti a bordo – No al Piano Ita, ha spianato la strada ai maggiori imperialismi internazionali per fagocitare la compagnia di bandiera italiana e ridurla al traffico ancillare.

Le modalità di selezione che sono state utilizzate nei vari passaggi da Ita, Swissport (Handling) e Atitech – a condizioni lavorative di gran lunga sfavorevoli – sono state per la gran parte clientelari e soprattutto finalizzate a punire proprio i lavoratori scomodi che negli anni si sono battuti, al di fuori del perimetro tracciato dal sistema, per garantire occupazione e diritti di tutti; oppure i lavoratori cosiddetti “improduttivi” per via delle precarie condizioni di salute, nonché per la gestione delle problematiche familiari, dove le più colpite sono state le mamme lavoratrici.

Tutto ciò è stato consentito da vari accordi sindacali che hanno avallato un ulteriore ridimensionamento e terziarizzazione delle attività, con conseguenti licenziamenti che, contrariamente alla narrazione sindacal-aziendale, con difficoltà potranno trovare spazio nelle future ricollocazioni promesse dagli accordi stessi.

Il progetto di smantellamento prosegue, dunque, inesorabile, avallato dai governi che si sono succeduti e dalla complicità dei sindacalisti che, firma-dopo-firma, hanno permesso tale scempio nel silenzio generale: dobbiamo continuare a sostenere i lavoratori e le lavoratrici Alitalia che continueranno a lottare contro il piano Ita e le sue drammatiche conseguenze, a partire dalle iniziative che verranno organizzate sotto le sedi istituzionali in cui da poco si è insediato il nuovo Governo.

La mobilitazione non deve e non può fermarsi: sono in ballo migliaia di posti di lavoro, nessuno di noi può rimanere a guardare.Facciamo appello a organizzare una grande campagna nazionale e internazionale a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori Alitalia. I comunicati di solidarietà vanno inviati a questo indirizzo: [email protected]

Mozione del Collettivo di Unità Anticapitalista di Firenze

PROPOSTA E CONSEGUENTE MOZIONE DA SOTTOPORRE ALLA VOTAZIONE DELLA

CONFERENZA NAZIONALE DI FLNA DEL 12 E 13 NOVEMBRE

La situazione che stiamo vivendo ormai da molto tempo, partita dalla crisi sistemica capitalista,

sfociata nell’abisso della pandemia e continuata con le politiche da economia di guerra è purtroppo foriera di ulteriori attacchi alle condizioni di vita di proletariato e lavoratori. La devastazione, attraverso la fine del blocco dei licenziamenti, attraverso la prossima spartizione di risorse tutta tesa a salvaguardare le priorità delle grandi aziende, è in corso.

Da un altro lato la fine dell’emergenza invece appare lontana, vista la criminale gestione passata, presente e futura della pandemia e in considerazione anche del fatto che il virus sta mutando, come è stato sottolineato anche da alcuni autorevoli esponenti scientifici. A questo dobbiamo aggiungere le inevitabili politiche di lacrime e sangue derivate dalla situazione di guerra imperialista scatenata per mettere un freno al “default” del sistema capitalistico.

Tutto questo impone a noi, che siamo nati e abbiamo progredito sulla linea dell’unità delle lotte,

della difesa di lavoratori e disoccupati, un percorso politico, basato anche sulla proposta, che sappia accelerare tempi che si fanno via via più stringenti.

Crediamo che sia importantissimo per mille motivi promuovere e tentare di coordinare la rabbia che finora è stata tenuta a freno dalle innegabili esigenze sanitarie, e dal pompieraggio di molte

burocrazie sindacali. Come Collettivo di Unità Anticapitalista fiorentino ci facciamo quindi promotori verso tutte le realtà che come noi aderiscono al Fronte di Lotta No Austerity del lancio di una campagna che debba diventare virale, fatta di iniziative assembleari, on line e in presenza, e proposte attive per sottoporre a tutti coloro che si oppongono all’attuale stato delle cose, contribuendo alla costruzione di giornate di sciopero generale e mobilitazioni conseguenti.

L’esigenza di compattare le fila di fronte a un attacco di questa portata sta facendosi strada in molte realtà di lotta, come dimostra anche il parziale successo del percorso fiorentino “Ogni giorno il primo maggio” in cui anche la nostra azione ha contribuito per la prima volta alla costruzione di una piattaforma unitaria di lotta condivisa da tutte le realtà sindacali di base presenti nella nostra città.

E’ però secondo noi altrettanto evidente che, vista la persistente autoreferenzialità delle burocrazie del sindacalismo conflittuale, l’unità che può avere una minima possibilità di successo, può essere costruita solo da un ampio fronte di unità delle lotte, a partire anche dall’unione di esperienze come quella dell’Flna e di altre esperienze di coordinamento. 

Collettivo di Unità Anticapitalista di Firenze

[approvata]

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Carissimi compagni e compagne…abbiamo voluto riadattare questo nostro testo che risale a un anno fa perché, nonostante che tutti noi si sia lavorato bene, connettendo importanti tessuti di lotta, esso

ci sembra ancora più attuale rispetto alla fase che stiamo vivendo, in quanto quel “cambio di passo” da noi perseguito e auspicato stenta a mettersi in moto.

La situazione attuale, che ha visto importanti settori operai mettersi alla testa di rivendicazioni di

classe, ci spinge a pensare che è giunto il momento per imprimere una svolta propositiva al nostro Fronte per affermarsi in quello strumento che tutti vogliamo per elevare la battaglia politica e lo scontro di classe.

Proponiamo quindi di:

  1. Allargare il gruppo operativo nazionale, dando mandato alla discussione del prossimo coordinamento nazionale di inserire altri gruppi di lavoro tematici da decidere assieme, ampliando nel contempo quelli già esistenti. Per far questo auspichiamo quindi che ci sia un maggiore coinvolgimento di ogni realtà e singoli che compongono il nostro FLNA, nel Gruppo Operativo, con incontri più frequenti
  2. Riproporre assemblee nei territori per allargare il nostro impulso propositivo, cosa che stanno facendo già altre forze molto meno “pluraliste” di noi

Crediamo sia un programma ambizioso, forse troppo per le nostre forze, ma è l’unica possibilità che abbiamo per mettere a frutto i nostri progressi e la nostra spinta.
Collettivo di Unità Anticapitalista

Marzia Mecocci

Pablo Bartoli

Maurizio Jaksetich

Marco Fantechi

Ali Neama

Corrado Lusi

Mozione di solidarietà a Gkn

Mozione di solidarietà e sostegno alla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori Gkn

Il 9 luglio del 2021 è una data che rimarrà impressa, non solo per 422 lavoratori in forza allo stabilimento fiorentino della Gkn di Campi Bisenzio, ma per tutto il movimento operaio italiano. Dopo essere stati licenziati tramite email durante un giorno di ferie concesso a tradimento dal padrone, le lavoratrici e i lavoratori Gkn sono accorsi ai cancelli dando inizio a quella che senza ombra di dubbio è stata una delle più importanti occupazioni di fabbrica degli ultimi decenni.

Il resto è storia, ed è la storia di un patrimonio di lotta e mobilitazione prezioso per tutta la classe lavoratrice. In risposta a una delle più dure delocalizzazioni degli ultimi anni, gli operai della Gkn hanno generalizzato e esteso a livello nazionale la loro vertenza, creando intorno a loro una rete di solidarietà che ha coinvolto decine di realtà operaie in lotta e l’apporto solidale costante delle realtà di lotta fiorentine. Molte sono state le manifestazioni nazionali organizzate in diverse città e imponente è stata, ogni volta, la partecipazione.

L’ultimo attacco perpetrato dal padrone, dove viene di fatto disatteso l’accordo con Borromeo e dove è in atto il tentativo di svuotare la fabbrica, è semplicemente irricevibile. A questo si è aggiunto il mancato pagamento dell’anticipo del salario (concordato) da parte dell’azienda “acquirente”.

Il Fronte di lotta No austerity esprime solidarietà e offre sostegno alla lotta dei lavoratori Gkn, continuerà con convinzione ad essere al loro fianco, invita le proprie realtà ad unirsi a questa vertenza che coinvolge tutta la classe operaia e lavoratrice e a radicalizzare la lotta, sia contro il padrone e i suoi governi sia — non meno importante — contro tutte quelle direzioni sindacali e politiche che per opportunismo hanno tradito il proletariato cercando di estinguere il conflitto, promettendo di tirar fuori «soluzioni» dallo svergognato cilindro della concertazione.

Mozione di solidarietà internazionale – EUROPA

La Conferenza nazionale del Flna esprime solidarietà e appoggio alle lotte e agli scioperi delle lavoratrici e dei lavoratori francesi, inglesi, greci, belgi e dello Stato spagnolo. In particolare, in Francia nelle ultime settimane ci sono stati importanti scioperi dei lavoratori del settore energetico e delle raffinerie, dei ferrovieri, degli insegnanti, dei riders, dei portuali, ecc. Anche in Inghilterra abbiamo assistito a scioperi prolungati nei trasporti e, in particolare, nelle ferrovie. 

Nell’esprimere pieno appoggio a queste lotte, auspichiamo che possano presto essere d’esempio anche per la ripresa delle mobilitazioni e degli scioperi in Italia.

Mozione solidarietà alla lotta delle donne iraniane

La Conferenza del Fronte di lotta No Austerity esprime solidarietà e appoggio alla dura lotta delle donne e delle masse popolari iraniane contro il regime reazionario e contro il governo Raisi. Una protesta che ha preso il via dopo l’uccisione di Mahsa Amini, una giovane donna “colpevole” di non indossare in modo corretto il velo. Dopo di lei altre donne, giovanissime, sono state uccise: i morti ormai sono centinaia. 

La protesta si è estesa anche alla classe operaia, con importanti scioperi nel settore dell’istruzione, del commercio, del settore petrolifero. Nell’esprimere pieno appoggio alle mobilitazioni in corso, invitiamo i manifestanti a diffidare dai tentativi di ingerenza da parte degli Usa e di altri Paesi imperialisti: il loro appoggio è falso e strumentale e ha come unico scopo sottomettere la regione agli interessi del capitalismo Usa. Chiediamo l’immediato di rilascio di tutti i prigionieri e la fine immediata delle sanzioni statunitensi, che colpiscono le masse povere non certo gli interessi del regime.

Mozione di solidarietà ai migranti

Appena insediatosi il governo reazionario guidato da Giorgia Meloni si è subito fatto riconoscere, dando continuità alle politiche razziste e xenofobe dei precedenti governi (ricordiamo i Decreti sicurezza di Salvini targati Lega/M5s e i lager libici avallati dagli accordi bilaterali firmati da Minniti in quota Pd).

La recente vicenda dell’approdo della navi Geo Barents e Humanity 1 al porto di Catania e della Rise Above al porto di Reggio Calabria ha mostrato subito il volto razzista di questo governo, coniando, per bocca del titolare del Viminale, l’espressione “carico residuale”, riferendosi a decine di esseri umani, tra cui donne, bambini e malati, intrappolati a bordo di una nave dall’infame divieto di sbarco. Non meno infame è il concetto di sbarco selettivo (o parziale), dove, anticipando la politica dei cpr e delle comunità della cosiddetta “accoglienza”, i fautori della famiglia borghese separano figli dai padri lasciandoli a carico delle madri. E sappiamo bene qual è il criterio di selezione degli sbarchi, ed è lo stesso adottato da tutti i governi borghesi nel capitalismo: il profitto, vale a dire il soddisfacimento di manodopera sfruttabile ai limiti della sopportazione umana da “fornire” a mafie locali e caporalati nelle stagioni di raccolta agricola.

Il Fronte di lotta No austerity condanna le politiche razziste e disumane del governo Meloni, al contempo invita a diffidare dal credere al perbenismo ipocrita di tutti i partiti della “sinistra” borghese, liberale cosiddetta progressista, finalizzato a coprire con false narrazioni le medesime atrocità. 

Ripudiamo il concetto di “tolleranza”! I migranti sono nostri fratelli proletari e compagni della stessa lotta di classe!

Gli unici stranieri che riconosciamo (e non tolleriamo!) sono i padroni!

Solidarietà e sostegno a tutte le donne e gli uomini migranti in fuga dalla violenza imperialista!

Pieno sostegno ai Disoccupati di Napoli

La 5°Conferenza del Fronte di Lotta No Austerity invia piena solidarietà e sostegno al Movimento di Lotta Disoccupati “7 Novembre” di Napoli che, dal 2014, vede in prima linea i/le disoccupati/e impegnati nella battaglia per rivendicare un salario e un lavoro dignitoso e socialmente utile, attraverso un percorso radicale di lotta con manifestazioni, presidi e picchetti nei i vari quartieri e rioni della città. Un Movimento, quello dei disoccupati di Napoli, che è andato ben oltre alla lotta economicista, ma che ha posto nel loro percorso anche la battaglia contro il capitalismo e alle conseguenze generate da un sistema basato sui profitti di pochi miliardari. Un movimento che è riuscito anche a connettersi e a convergere con tante altre lotte del Paese sia quelle ambientali che quelle del lavoro, come ad esempio con il Collettivo di fabbrica Gkn e il Comitato Tutti A Bordo di Alitalia, fino ad organizzare importanti manifestazioni nazionali a Napoli come l’ultima del 5 novembre scorso con migliaia di persone in piazza. Tutto ciò ha innescato verso i/le disoccupati/e di Napoli, una forte repressione con denunce e capi di imputazione molto pesanti come “associazione a delinquere”, noi rigettiamo ogni metodo e forma di repressione, le lotte non si “arrestano”, la nostra è una “associazione a insorgere”. Viva la lotta dei disoccupati/e di Napoli.

Solidarietà agli studenti dell’università La Sapienza di Roma

Solidarietà agli studenti dell’università La Sapienza di Roma e alla loro dirompente azione politica, culminata nell’occupazione di fine ottobre!

Gli studenti del Collettivo avevano organizzato un presidio martedì 25 per opporsi alla

conferenza sul “capitalismo buono” tenuta dalle braccia giovanili di Fratelli d’Italia

nell’ateneo. La repressione era stata vergognosa e smisurata, quasi un omaggio alla nuova presidentessa del consiglio Giorgia Meloni.

Sosteniamo l’azione dell Collettivo che, coraggiosamente, ha affrontato la Polizia e ha poi organizzato un’accoppiata di assemblee sempre più coinvolgente, da cui è emersa la volontà di circa mille studenti di occupare per rispondere con forza e con entusiasmo all’intensificarsi del clima repressivo, ma non solo: è un’azione collettiva di slancio contro un futuro che tra crisi climatica, minacce di conflitto mondiale, inflazione e precariato incombe sempre più minaccioso per i giovani.

Ora l’occupazione è sciolta, ma rimane come possibilità aperta al futuro e nelle vite di chi l’ha animata, vissuta e vista. Rimane anche nelle reazioni smisurate del governo, tra cui il decreto sui raduni pubblici, ma rimane soprattutto come esempio per chi desidera mobilitarsi per un futuro migliore.

La nostra solidarietà è piena: lottiamo. Non accontentiamoci delle briciole che la loro paura potrà far scivolare dal banco: uniamo le lotte e cambiamo questa situazione!

Per questo, per altro, per tutto!

Mozione ambiente e clima

Dal 6 novembre è in corso a Sharm el Sheikh la Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici, o anche Cop27, che andrà avanti fino al 18 novembre.

Dopo le precedenti fallimentari Cop, la Conferenza egiziana non solo non cambierà rotta, ma rappresenterà l’ennesima occasione dei governi per fare greenwashing politico.

Ed è esattamente quello che è emerso dal discorso di Giorgia Meloni che nel suo intervento ha ribadito l’impegno dell’Italia nel promuovere la transizione ecologica ed energetica e, nel complesso, lo sviluppo sostenibile.

L’ingannevole propaganda del governo a guida Meloni però trova immediato riscontro nella proposta di espansione del perimetro di estrazione di gas per le società petrolifere con cui, nel mar Adriatico, si potrà trivellare già a partire da 9 miglia dalla costa, in barba ad ogni misura di tutela ambientale e di lotta al cambiamento climatico.

Intanto la crisi climatica avanza distruggendo territori e vite umane in un sistema socio-economico che per la sua stessa natura non solo non può fermare la distruzione, ma inevitabilmente la favorisce.

La V Conferenza del Fronte di Lotta No Austerity esprime sostegno e solidarietà alle lotte per la tutela dei territori e contro le alterazioni antropiche e, nella consapevolezza che l’incalzante repressione dei governi si abbatterà sulle mobilitazioni, si pone a disposizione quale strumento di unità di azione e di lotta.

SOSTEGNO FLNA ALLO SCIOPERO DEL 2 DICEMBRE 2022

Lo sciopero generale del 2 dicembre 2022 indetto dal sindacalismo di base è l’unico sciopero nazionale di tutte le categorie di lavoratrici e lavoratori, in programma nei prossimi mesi; con una piattaforma rivendicativa radicale e conflittuale. Come Fronte di Lotta No Austerity lavoriamo per la unità e il rafforzamento del sindacalismo conflittuale e sosterremo con forza lo sciopero del 2 Dicembre 2022, contro lo sfruttamento sistemico e padronale; pertanto organizzeremo nei posti di lavoro la propaganda e la adesione allo sciopero e contribuiremo in maniera attiva alla costruzione delle manifestazioni e delle altre iniziative territoriali.

Facciamo appello a lavoratrici e lavoratori e alla base di ogni organizzazione sindacale ad aderire, sostenere e partecipare lo sciopero del 2 dicembre, inoltre auspichiamo che le vertenze attive nel paese contro licenziamenti, delocalizzazioni, deindustrializzazioni, trovino nel 2 dicembre una propria data di mobilitazione, da aggiungere alle tematiche dello sciopero generale per rafforzarlo nei numeri e nella efficacia.

Il 2 dicembre deve essere una tappa intermedia per la costruzione di una mobilitazione di classe sempre più forte ed efficace.

Mozione campagna e banchetti su tematiche del lavoro

La conferenza nazionale del Fronte di Lotta No Austerity promuove una campagna con un’eventuale raccolta firme da portare avanti nei luoghi di lavoro, nei quartieri e nelle piazze relative alle tematiche del lavoro. Si dà mandato alla prossima riunione del coordinamento nazionale di articolare nei dettagli la campagna, integrandola con tematiche più ampie come difesa dell’ambiente, della ricerca, della sanità e di tutti i servizi pubblici. 

Verranno discussi i seguenti spunti proposti da compagni presenti nella conferenza stessa: 

Ripristino dell’articolo 18! Articolo di legge che prevedeva la reintegrazione in caso di licenziamento illegittimo. Oggi, vieni licenziato ed anche quando hai ragione non hai più diritto al reintegro.  Diciamo NO ai licenziamenti utilizzati come strumento  punitivo e repressivo. 

Abolizione del Jobs act: uguali diritti per tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici!  Abolizione del contratto a “tutele crescenti” . Contratto utilizzato durante i continui passaggi di proprietà e di appalto, che sotto la voce “assunzione ex novo”  hanno trasformato tutti i lavoratori in precari, costretti ad accettare qualsiasi abuso.

Abolizione del lavoro somministrato e interinale. Diritto di precedenza in caso di nuove assunzioni nei 9 mesi successivi. Lo stesso lavoratore non può essere richiamato con un ulteriore contratto precario, neanche per diversa mansione, a meno che quest’ultima non sia di livello superiore ma non deve superare sempre i sei mesi. Pena l’immediato riconoscimento del contratto a tempo indeterminato. 

Modifica della normativa sugli appalti: uguali diritti per tutti i lavoratori! I lavoratori degli appalti devono avere le medesime condizioni contrattuali e salariali della ditta committente. Abolizione dell’utilizzo degli appalti nel pubblico impiego. I dipendenti delle ditte appaltanti del pubblico impiego che hanno un rapporto di lavoro uguale o superiore ai 24 mesi saranno assunti dalla pubblica amministrazione a tempo indeterminato e senza tempo di prova. Nel calcolo delle 24 mensilità è riconosciuta l’anzianità anche dei precedenti rapporti di lavoro con altre ditte nel medesimo appalto.

Trasformazione del contratto part-time in full-time. Quando un’azienda ha necessità di assumere un nuovo lavoratore,  deve informare i propri dipendenti con obbligo di affissione in bacheca. Il dipendente part-time, che fa richiesta scritta, ha il  diritto di precedenza di veder trasformato il suo contratto in full time. 

Punizione per i dirigenti delle aziende che delocalizzano le attività all’estero. In particolare modo,  quelle aziende che hanno utilizzato finanziamenti e aiuti statali anche sotto forma di cassa integrazione e contratto di solidarietà negli ultimi 10 anni. Queste aziende vanno penalizzate con la restituzione delle somme ricevute, rifacendosi sui dirigenti aziendali. 

Abolizione art. 8 della leg.148/2011. Legge che autorizza le RSA o RSU dei sindacati  a sottoscrivere in sede aziendale (o territoriale) accordi in  deroga ai contratti di categoria e alle norme di legge in determinate materie e per specifiche finalità.  La legge permette di firmare “IN PEIUS” accordi che prevedono trattamenti meno favorevoli rispetto a quelli previsti nelle disposizioni di legge. Senza l’abrogazione di quest’ultima legge, qualsiasi altra modifica o abolizione legislativa sopraelencata  sarebbe reintrodotta con la firma delle RSA e RSU  durante la contrattazione aziendale e territoriale.  

Si dà mandato alla prossima riunione del coordinamento nazionale di modificare e articolare nei dettagli la campagna, integrandola con tematiche più ampie come difesa dell’ambiente, della ricerca, della sanità e di tutti i servizi pubblici.

Questa campagna deve manifestare la volontà e la capacità di una parte sociale, come il fronte no Austerity, di saper ancora avanzare proposte e soluzione ai bisogni sociali degli sfruttati, dei precari e degli inoccupati. Realtà inavvicinabili nei luoghi di lavoro , a cui non è permesso di andare in assemblea, di sciopero e di manifestare alcuna forma di dissenso  neanche di prendere un volantino fuori I cancelli aziendali.

Per questo devono essere avvicinati, “sindacalizzati” e “politicizzati” fuori le aree di sfruttamento.

odg salute e sicurezza

La quinta conferenza nazionale del Flna sostiene la campagna permanente per la salute e la sicurezza sul/del lavoro, nonché le iniziative dei comitati delle vittime delle stragi sul lavoro, ribadendo l’intreccio con le lotte ambientali e devastazioni e inquinamento dei territori contro le produzioni nocive. Il Flna esprime la condivisione del contrasto allo sfruttamento capitalista, con l’intreccio delle lotte contro la discriminazione di genere, disparità di trattamento salariale, nei diritti sul lavoro e nella società. Lotte che vanno collegate e rafforzate sul piano nazionale e internazionale.

Donne in Lotta

La Conferenza del Flna sostiene le mobilitazioni delle donne contro gli attacchi al diritto di aborto. Sosteniamo in particolare le mobilitazioni in programma in occasione del 25 novembre, che auspichiamo siano partecipate da ampi settori della classe lavoratrice. Se oggi il governo Meloni annuncia pesanti attacchi ai diritti delle donne – basta pensare al nuovo “Ministero della famiglia e della natalità” e ai progetti di legge già depositati per limitare la 194 – non dimentichiamo il fatto che nessun governo ha attuato misure a sostegno delle donne della classe lavoratrice e disoccupate, che in questi anni hanno subito licenziamenti di massa (decine di migliaia di donne licenziate in un solo anno all’inizio della pandemia), aumento della violenza e dei femminicidi, aumento delle discriminazioni nei luoghi di lavoro, aumento del carico del lavoro domestico e di cura (lavoro che questa società classista e maschilista fa ricadere sulle donne). Ampi settori di donne proletarie – immigrate, nere e lgbt – hanno conosciuto un drastico peggioramento delle proprie condizioni di vita. Il Fronte di Lotta No Austerity si attiverà per promuovere l’unità di lotta tra movimenti delle donne contro il maschilismo e il movimento dei lavoratori.