25 settembre – Trasporti, scuola, ambiente: una importante giornata di sciopero e di lotta!

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Il Fronte di Lotta No Austerity sostiene la giornata di sciopero e di lotta del 25 settembre. Si mobiliteranno la scuola, i trasporti, gli studenti e i giovani del Friday for Future, in varie iniziative diversificate ma comuni nel contrastare la speculazione padronale sulla salute e sulla qualità della vita di utenti e lavoratori; una speculazione che anche questo governo, come tutti quelli che l’hanno preceduto, sostiene.

Per quanto riguarda la scuola, saranno tre i giorni di mobilitazione, dal 24 al 26 settembre: il 24 e il 25 settembre sono in programma scioperi dei sindacati di base, il 24 settembre a Roma saranno in sciopero le operatrici e gli operatori sociali (AEC/OEPA), mentre il 26 settembre scenderanno in piazza insegnanti e genitori del comitato “Priorità alla scuola”.

Giusto ricordare che le mobilitazioni nel settore scuola vengono da anni di questioni non risolte a partire dal numero vergognosamente elevato di precari, dalle graduatorie farlocche, dalla fatiscenza di molti plessi scolastici, dall’inadeguato supporto agli alunni fragili, dai costi sempre più elevati per le famiglie anche nelle scuole pubbliche (basti vedere libri e trasporti, costi dei nidi, contributi “volontari” forzati), dalla vertenza delle maestre a quella del personale dei nidi comunali.

Eppure mai come ora è evidente il cinismo di un sistema economico e sociale che, mentre elargisce centinaia di miliardi alle grandi aziende private, riserva solo poche briciole all’istruzione pubblica.

La riapertura delle scuole è un tema molto sentito: durante i mesi di lock-down la vita è diventata impossibile per tanti genitori lavoratori (soprattutto per tante donne, dato che su di loro soprattutto in un contesto maschilista ricade la cura dei figli) e, soprattutto, tanti studenti sono stati privati del diritto all’istruzione, dato che non sono stati posti nelle condizioni di poter fruire della didattica a distanza. Al contempo, bisogna dire le cose come stanno: gli istituti scolastici si apprestano ad aprire senza misure di sicurezza degne di questo nome. Non ci sono gli spazi per garantire un reale distanziamento, non c’è personale docente a sufficienza per ridurre in modo significativo il numero degli studenti per classe, non ci sono nemmeno i soldi per garantire al personale e agli studenti dispositivi individuali di protezione efficaci (non si misurerà la febbre; verranno date mascherine chirurgiche – quindi non realmente protettive – al personale, che nella scuola italiana un’età media molto alta; nel caso di presenza di infetti accertati non è prevista la chiusura; la responsabilità di fare tamponi a chi ha sintomi sarà demandata alle famiglie, ecc).

Le disposizioni contraddittorie del Comitato Tecnico Scientifico (lo stesso che aveva chiesto di segretare le informazioni sulla pandemia) e della ministra Azzolina, che prevedono come obbligatoria la mascherina solo nel trasporto e in entrata nei plessi ma non in classe, fanno pensare che la riapertura delle scuole sia solo una mossa propagandistica del governo (guarda caso in piena campagna elettorale per le regionali) che costerà molto caro a tutti noi.

Da aggiungere che il nuovo decreto governativo ha accolto totalmente le richieste dei potenti gestori privati del trasporto pubblico locale, riuniti nelle associazioni Asstra e Agens (entrambe associate di confindustria), che hanno ottenuto l’eliminazione del distanziamento nei mezzi pubblici con la scusa di non avere mezzi sufficienti; poco conta che la carenza di mezzi venga denunciata da anni da pendolari e studenti e che nessun piano industriale per implementarli sia stato presentato. Portare, nonostante la curva di nuovo crescente dell’epidemia, la capienza dei mezzi pubblici (bus e treni regionali) all’80 %, considerando come capienza anche i posti in piedi, significa abbandonare ogni possibilità di controllo, una scelta irresponsabile e vile che deve essere combattuta.

Peraltro tante famiglie e lavoratori ancora sottovalutano la pericolosità del virus considerando la riapertura delle scuole imprescindibile e chiedendo poi sicurezza, invertendo così il rapporto di causa effetto in funzione della produzione e degli interessi sistemici. E’ quello che è già successo della riapertura delle fabbriche voluta da confindustria e avvallata dai sindacati confederali che, guarda caso, anche nella questione scuola manovrano dietro le quinte e concordano con i padroni le misure economicamente possibili e vantaggiose.

Per quanto ci riguarda la sicurezza e la salute delle persone vengono prima di tutto! o ci sono le condizioni per garantirla senza se e senza ma oppure ripartire è scorretto e criminale.

Il 25 settembre è prevista anche una giornata di sciopero nel settore dei trasporti: sono infatti in corso vertenze in vari ambiti di questo settore che è tra i più colpiti dalla crisi. Dopo 3 anni dal referendum e dal commissariamento, continua la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori Alitalia, che il 25 settembre saranno in sciopero contro un piano governativo che, dietro una falsa nazionalizzazione, prevede uno smembramento con esuberi e tagli indiscriminati, mentre tanti lavoratori sono in cassa integrazione da molti mesi. È in corso una lotta anche all’aeroporto di Linate, dove i lavoratori dell’handling (Airport Handling) rischiano di restare senza lavoro a causa di una nefanda riorganizzazione delle attività: alla faccia del blocco dei licenziamenti (momentaneamente anche loro sono in cassa integrazione). Nella stessa giornata sciopereranno anche gli aeroportuali di Malpensa, Verona e Venezia. Sempre nel settore dei trasporti, a Roma saranno in sciopero i lavoratori Atac (trasporto urbano) e Cotral (trasporto regionale), che incroceranno le braccia per 24h per contrastare le nuove norme di distanziamento sui mezzi (riempimento fino all’80%).

Il 25 settembre non sarà solo una giornata di lotta della classe lavoratrice. Anche numerose associazioni studentesche e di movimento organizzeranno iniziative di protesta nei territori. In particolare, i giovani del Friday for Future e di altre realtà associative studentesche torneranno ad agitare le piazze con flash mob e azioni simboliche in tante città in occasione della giornata internazionale a difesa del clima e dell’ambiente (in Italia lo sciopero del clima sarà il 9 ottobre).

Il Fronte di Lotta No Austerity sostiene e partecipa a questa giornata di sciopero e di mobilitazione. La pandemia ha mostrato la ferocia di un sistema economico e sociale che, in nome del profitto e del mercato, sacrifica la salute e la vita di milioni di persone; le masse sono ormai sempre più povere e precarie, per le giovani generazioni il futuro sembra incompatibile persino con la sopravvivenza.

Organizziamoci adesso per difendere il nostro futuro e i nostri diritti!