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Riceviamo dal Comitato Romano Aec/Oepa e con piacere pubblichiamo

Correva l’anno 1883 quando il Cancelliere Otto von Bismarck, primo in Europa e nel mondo, introduceva nell’Impero germanico degli Hoenzollern la prima legge che imponeva il diritto al pagamento dell’indennità di malattia ai lavoratori. Oggi, nella Capitale della Repubblica fondata sul lavoro, quel diritto viene stracciato da un’azienda che eroga servizi essenziali per conto del Comune di Roma.
La cooperativa “Prevenzione e Intervento Roma 81” impiega centinaia di lavoratrici e lavoratori nell’assistenza scolastica agli alunni disabili, nell’assistenza domiciliare e in altri servizi sociali in diversi Municipi. Questa cooperativa ha deciso di non pagare le ore di malattia delle lavoratrici e dei lavoratori, compresi quelli coinvolti dal Covid. Dagli stipendi di ottobre, pagati la scorsa settimana, sono infatti state detratte le somme dovute per le malattie, con il risultato di retribuzioni pesantemente decurtate o, nel caso di lavoratori gravemente malati, del tutto azzerate. Come Comitato Romano AEC, siamo a conoscenza delle storie di decine di lavoratrici e lavoratori dell’assistenza scolastica coinvolti in questa situazione, persone che si sono ammalate anche in conseguenza della mancata fornitura da parte delle cooperative di dispositivi di protezione adeguati, come denunciato anche da alcune organizzazioni sindacali.
Non intendiamo subire in silenzio questo sopruso. Mentre sono state già avviate le procedure per la convocazione dello sciopero dei dipendenti della cooperativa Roma 81, nei prossimi giorni verranno intraprese tutte le iniziative legali finalizzate al recupero delle somme dovute a lavoratrici e lavoratori, ma è importante essere chiari sulle responsabilità di quello che è successo. Noi riteniamo responsabili non solo il C.d.A. dell’azienda Roma 81, ma tutto il sistema che ha consegnato servizi pubblici essenziali alla gestione di privati attenti solo al proprio tornaconto: in primo luogo, il Comune di Roma e i partiti (Movimento 5 Stelle e PD) che hanno respinto la Delibera Popolare per internalizzare il servizio, l’Assessorato di Veronica Mammì e i Municipi che non controllano niente e si sono ridotti ad essere un bancomat per le cooperative, le centrali cooperative (in questo caso, Confcooperative) che chiudono tutti e due gli occhi sulle malefatte delle aziende associate.
Comunicheremo a breve le iniziative, legali e di mobilitazione, per il recupero delle somme dovute a lavoratrici e lavoratori e per la revoca delle convenzioni alla cooperativa Roma 81.

COMITATO ROMANO AEC