Brasile. I professori della rete statale di San Paolo approvano lo sciopero contro il ritorno in presenza alle lezioni

2' di lettura

Riceviamo dal sindacato Csp-Conlutas del Brasile (tra i promotori della Rete sindacale internazionale di solidarietà e di lotta a cui anche il Fronte di Lotta No Austerity aderisce)

I professori della rete statale di San Paolo hanno votato venerdì 5 febbraio a favore dello sciopero sanitario di categoria a partire dal prossimo lunedì 8 contro il ritorno in presenza nelle scuole dello Stato.

Con una votazione in assemblea virtuale la decisione per lo sciopero è stata approvata col 91,7% di voti a favore.

L’inizio delle lezioni nello Stato, previsto per lunedì 8, prevedrebbe inizialmente un ritorno in presenza del 35% degli studenti, secondo le regole dello Stato, ma che potrebbe poi arrivare fino al 70% nella fase gialla.

Secondo Richard Aràujo, direttore di Apeoesp per l’Opposizione Unita e del Collettivo Sindacale e Popolare Travessia, “il governo Dòria e Rossieli, basandosi su affermazioni falsamente scientifiche, esprime un enorme negazionismo, non meno nefasto di quello di Bolsonaro, nell’imporre la ripresa delle attività in presenza.

«Nel momento in cui sarebbe corretto potenziare i mezzi di distanziamento ed isolamento sociale per non seguire il percorso che ha portato lo Stato dell’Amazzonia al collasso del sistema sanitario, si sono venduti alle pressioni dei settori legati all’educazione privata, mettendo a rischio la vita dei lavoratori dell’educazione, degli studenti e delle famiglie dei lavoratori per salvare i profitti».

Sebbene João Doria (PSDB) affermi che le scuole pubbliche siano state fornite dei materiali per assicurare la sicurezza di alunni ed educatori, i professori denunciano che il governo mente quando dice di garantire la sicurezza nelle scuole.

«In alcune scuole il gel alcolico inviato era scaduto, la giornata di lavoro degli addetti alle pulizie ridotta, e gran parte delle scuole hanno funzionato con scarsissimo personale. Per dare l’idea, ci sono scuole con mille studenti e DUE addetti alle pulizie!! Questa è una situazione insostenibile dal punto di vista sanitario, e non avevamo altra alternativa (lo sciopero n.d.t.) giacché il governo non si preoccupa della vita dei lavoratori e degli studenti» afferma la professoressa Flávia Bischain, del E.E. Martin Egídio Damy e della Opposizione di Apeoesp e Collettivo Reviravolta dell’Educazione.

Scuole pubbliche e private hanno denunciato sospensioni delle lezioni a causa delle contaminazioni. L’Apeoesp ha rilevato 147 casi di infezioni per Covid-19 nelle scuole con attività in presenza, e perciò chiede che la riapertura avvenga solo dopo la vaccinazione di tutti i lavoratori dell’educazione.

Per Flavia questa deve essere una bandiera di difesa ampia, con la partecipazione di studenti e famiglie. «Lunedì 8 saremo assieme alla nostra categoria a ribadire la necessità e l’importanza dello sciopero discussa con gli studenti. Essi devono difendere il loro diritto di non ritornare all’insegnamento in presenza in questo momento, ed affermiamo che gli studenti appoggiano il movimento, così come i genitori e i familiari. Questa è una lotta in comune con la classe lavoratrice. Lo sciopero sanitario è uno sciopero in difesa della vita, perché le lezioni in presenza ritornino solamente dopo la vaccinazione di massa, come controllo della pandemia».

Aggiunge Richard che non restava altra azione da intraprendere. Egli afferma che la lotta rafforzata dallo sciopero per la vita «si combina con l’esigenza che il governo garantisca le condizioni affinché studenti e famiglie possano rimanere in isolamento».

E conclude «perciò è uno sciopero che ha fra le sue rivendicazioni l’esigenza che il governo garantisca mezzi tecnologici, sicurezza alimentare e appoggio psicologico agli studenti. Oltre ovviamente a un piano efficace di immunizzazione della popolazione, perché nonostante tutto il battage pubblicitario costruito da Dòria attorno al vaccino, lo Stato paulista sta procedendo molto lentamente nell’immunizzazione, se paragonato ad altri Stati del Paese».