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Manifesto del 6° incontro della Rete sindacale internazionale di Solidarietà e di lotta

10' di lettura

A seguire riportiamo il testo completo del manifesto del 6° incontro della Rete sindacale internazionale di solidarietà e di lotta tenutosi a Chianciano Terme dal 13 al 16 novembre 2025.
Noi del Fronte di Lotta No Austerity, realtà aderente alla Rete, abbiamo partecipato con una nostra delegazione.


Manifesto della Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e Lotta
Questo testo, approvato nella riunione di Chianciano Terme (Italia) nel novembre 2025,
aggiorna i manifesti approvati nelle prime cinque riunioni della Rete tenutesi a marzo 2013
a Saint-Denis (Francia), a giugno 2015 a São Paulo (Brasile), a gennaio 2018 a Madrid
(Spagna), ad aprile 2022 a Digione (Francia) e a settembre 2023 a São Paulo (Brasile).
La Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e Lotta è stata fondata a marzo 2013. Sono
già trascorsi più di 12 anni. Attraverso questa Rete, abbiamo l’ambizione di costruire uno
strumento sindacale utile, sia per la difesa delle rivendicazioni dei lavoratori e delle
lavoratrici nella società attuale, sia per la costruzione di un rapporto di forze che permetta
di rompere con il sistema capitalista, a favore dell’emancipazione sociale, del diritto dei
popoli di autodeterminarsi, dell’uguaglianza, della democrazia, del rispetto di tutte le
persone, ecc. Ciò implica avere la capacità di fare un bilancio di questi dodici anni, per
essere più efficaci in futuro.
Il bilancio è positivo in molti aspetti, ma come si può considerarlo positivo in termini
generali quando lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici continua a essere la
norma nel mondo? Quando il capitalismo, nella sua incessante ricerca di profitto per una
minoranza, organizza il saccheggio delle materie prime nelle regioni più povere del mondo
e crea le condizioni per catastrofi ecologiche di diverso tipo, che mettono in pericolo il
futuro stesso della Terra? Mentre gli imperialismi, gli Stati coloniali, i regimi fascisti,
militari e autoritari sono presenti in tutti i continenti, con tutto ciò che ciò significa in
termini di genocidi, guerre, massacri, repressioni, ecc.?

Rafforzare la nostra Rete Sindacale Internazionale
Il capitalismo continua a esistere, quindi il nostro strumento non è stato sufficientemente
efficace. Tuttavia, non si tratta di negare i risultati ottenuti dalla Rete. Il sostegno alle lotte
sindacali e popolari, la denuncia della repressione padronale e statale, la solidarietà
internazionale sono temi su cui la nostra Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e
Lotta interviene in maniera regolare e utile. Il sito web della Rete e gli altri mezzi di
comunicazione sono al servizio di tutte le organizzazioni membri, e persino oltre.
Continueremo a diffondere questo tipo di informazioni, cercando di farlo più
frequentemente nelle cinque lingue del sito web, o addirittura ampliando il numero di
lingue.
Il lavoro per settori professionali è uno dei fondamenti del sindacalismo, anche a livello
internazionale. Una delle nostre priorità deve essere consolidare ciò che già esiste e
rilanciare ciò che è necessario. Per realizzarlo, servono collettivi di animazione aperti a
tutte le organizzazioni membri della Rete. D’altra parte, è necessario anche stabilire
legami con i coordinamenti settoriali in cui partecipano le organizzazioni membri della
Rete, come quelle esistenti per Amazon, i call center, la metropolitana, ecc. La nostra Rete
deve dimostrare la sua utilità! Dobbiamo occuparci meglio dell’attività sindacale
internazionale nelle multinazionali.
Le riunioni continentali della Rete sono un buon mezzo per prolungare il lavoro tra due
incontri internazionali. Abbiamo deciso di sistematizzarle. La Rete deve anche proporre
riunioni tematiche: a sostegno delle lotte sindacali e popolari o per discutere temi specifici.
Le prime possono essere pubbliche, cioè, aperte a organizzazioni che non siano membri
della Rete.
Il bollettino informativo della Rete deve diventare il mezzo di informazione privilegiato:

  • A livello interno, ogni organizzazione membro può iscrivere in esso le proprie strutture
    professionali e locali, i propri collettivi militanti, i propri responsabili, ecc., che
    riceveranno così direttamente le informazioni della Rete e saranno più disponibili a
    utilizzarle.
  • A livello esterno, è un mezzo per far conoscere la Rete al maggior numero possibile di collettivi sindacali in tutto il mondo.

    Insieme mettiamo a disposizione i mezzi materiali necessari per il successo dei nostri progetti comuni: siti web, liste di scambio via e-mail, coordinamento per settori professionali, ecc. Le organizzazioni membri della Rete ne faranno conoscere l’esistenza attraverso i propri mezzi (link sui siti web, articoli sui giornali, loghi nei volantini, diffusione dei testi comuni in ciascuna organizzazione, ecc.).

    Da questa Rete vogliamo riconoscere quelle organizzazioni e quei movimenti che
    rimangono clandestini. Vogliamo proclamare e dare dignità alla loro lotta contro ogni tipo
    di oppressione contro gli interessi della classe operaia, difendendo così diritti
    fondamentali e inalienabili come la libertà di stampa, di riunione, di manifestazione, di pensiero, di partecipazione diretta e di associazione.

    Con l’obiettivo di aumentare la solidarietà internazionale, la nostra Rete deve rafforzare i legami con altri collettivi militanti che operano sugli stessi temi. Alcuni sono membri della Rete, come LabourNet, ma esistono anche LabourStart, Global Labour Institute, ecc. La lista non è esaustiva: oltre a iniziative di questo tipo centrate su un paese o una regione del mondo (con le quali dobbiamo anche sviluppare legami), la Rete propone un lavoro comune ai diversi collettivi, siti web, organizzazioni, che informano e agiscono in questo ambito della solidarietà.

    Impegni comuni
  • Abbiamo obiettivi concreti, impegni comuni. Li definiamo insieme e li realizzeremo
    insieme:
  • Rafforziamo e ampliamo il lavoro internazionale svolto nei settori professionali e nelle
    questioni interprofessionali (diritti delle donne, delle persone nere, delle persone
    razzializzate, delle persone LGTBQI+, migrazione, alloggio, ecologia, salute e lavoro,
    autogestione e controllo operaio, ecc.)
  • Agiamo, a lungo termine, a favore della solidarietà internazionale e, in particolare,
    contro ogni repressione sindacale.
  • La nostra lotta si rivolge contro tutte le oppressioni, in particolare quelle che colpiscono
    le donne, la popolazione nera razzializzata (vittime di razzismo), i migranti e le persone
    LGTBQI+ (lesbiche, gay, transessuali, bisessuali, trans, queer e intersessuali).
  • Interverremo in modo unitario e coordinato per sostenere le lotte e le campagne
    internazionali, riaffermando il diritto all’autodeterminazione di tutti i popoli.
  • Continuiamo il lavoro di riflessione e elaborazione sulle questioni della crisi del sistema
    capitalistico e le alternative ad esso.

    Il mondo così com’è, il mondo che vogliamo
    Le crisi economiche, finanziarie, ecologiche e sociali si intrecciano e si alimentano a
    vicenda. La crisi globale tipica del capitalismo mostra il vicolo cieco di uno sviluppo basato su una distribuzione sempre più diseguale della ricchezza prodotta dallo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori, dalla deregolamentazione finanziaria, dal libero commercio generalizzato e dal disprezzo per gli imperativi ecologici. Per salvare i profitti degli azionisti e dei datori di lavoro, per garantire il futuro delle banche, le istituzioni capitalistiche mondiali (Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, Organizzazione Mondiale del Commercio, ecc.), i governi e i datori di lavoro attaccano sempre più duramente i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

    La situazione che affrontano i lavoratori e le lavoratrici è caratterizzata da un attacco
    ininterrotto al loro tenore di vita, con lo scopo di garantire i profitti dei banchieri e e le grandi aziende. L’imperialismo e le borghesie conducono una guerra sociale, riducendo salari, pensioni e diritti, aumentando la povertà e le disuguaglianze e cercando di dividere la popolazione.

    L’attuale sistema economico e politico organizza il saccheggio di numerosi paesi, costringe milioni di persone ad abbandonare la loro regione di origine per sopravvivere e poi nega loro tutti i diritti con la scusa che sono immigrati.

    Distruzione dei servizi pubblici, messa in discussione dei diritti sociali, attacchi ai diritti sindacali, violazione delle libertà sindacali, aumento della precarietà e della
    disoccupazione per sfruttare ancora di più le popolazioni… Sono gli stessi metodi utilizzati in tutti i paesi!

    Per raggiungere i propri scopi, vengono utilizzati tutti i mezzi: criminalizzazione, processi, arresti, interventi della polizia, occupazioni militari, ostacoli di ogni tipo ai diritti collettivi e individuali. La repressione e l’uso della violenza fanno parte delle misure utilizzate contro chi resiste, si oppone e costruisce alternative. La nostra solidarietà, oltre le frontiere, è una delle nostre risposte.

    Gli attacchi alla legislazione sociale, alle pensioni, ai salari, alle condizioni di lavoro, alle assicurazioni sociali, ai servizi pubblici e alle libertà democratiche fanno parte di un progetto strategico del capitalismo destinato a cambiare in modo duraturo e fondamentale il rapporto di forze tra la classe dominante, da una parte, e i salariati e le classi popolari, dall’altra.

    Questo progetto si iscrive nel quadro di un capitalismo globalizzato, di un’economia che mette in competizione le regolamentazioni sociali, le legislazioni, le condizioni e i tipi di lavoro. L’uberizzazione e la disarticolazione digitale dell’economia stanno causando una crescente precarietà nel mondo del lavoro.

    Un’élite di miliardari della Big Tech ha deciso di sferrare l’attacco finale contro la classe operaia alleandosi con l’estrema destra religiosa rappresentata dal movimento MAGA di Trump. L’automazione attraverso l’“intelligenza artificiale” sta accelerando gli attacchi. L’obiettivo è quello di imporre con ogni mezzo l’adozione su larga scala di tecnologie volte a distruggere i posti di lavoro stabili e ben retribuiti del nord del mondo per sostituirli con lavori precari e salari da fame nel sud del mondo. Gli enormi costi umani e ambientali dell’IA sono finanziati da contratti militari, come abbiamo visto a Gaza con i progetti Gospel e Lavender o con la proliferazione dei robot killer. Le risposte esistono: disertare, sabotare, resistere a questo tentativo abbandonando i media che Big Tech pretende d’imporci, per adottare i media autogestiti che alcuni di noi hanno già costruito.

    La questione della salute e della sicurezza sul lavoro, le condizioni generali di qualità della vita dei lavoratori dei settori popolari, acquisiscono un’importanza decisiva nelle lotte e nelle rivendicazioni. Per questo motivo, la Rete sindacale internazionale di solidarietà e lotta lancerà dibattiti, campagne e indagini tra i lavoratori e le lavoratrici, chiedendo la fine della violenza sul lavoro (morti sul lavoro, incidenti, stress, malattie professionali) e ambientale da parte dei datori di lavoro.

    Nei paesi che restano in una situazione di estrema povertà diffusa, in particolare a causa del colonialismo e dell’imperialismo, che sono ancora molto presenti, queste situazioni condannano gran parte della popolazione a morire di fame, a essere venduta come schiava o a emigrare, spesso a rischio della propria vita, verso paesi dove poi sono vittime di molteplici e gravi discriminazioni. Il colonialismo e l’imperialismo continuano a opprimere numerose popolazioni in tutto il mondo; il sindacalismo deve combattere queste forme di dominazione.

    La questione del diritto alla terra e all’acqua è particolarmente importante in molti paesi, in particolare in quelli che sono stati direttamente aggrediti dal colonialismo e
    dall’imperialismo; dobbiamo agire in questo ambito, lottare per vere riforme agrarie, in collaborazione con i movimenti sociali che già lottano per questi diritti. In termini più generali, l’urgenza climatica ci obbliga a tenere conto di questo aspetto nella nostra attività sindacale. I territori indigeni continuano ad essere distrutti dal capitalismo. Applaudiamo e sosteniamo le lotte dei popoli indigeni per un ambiente sostenibile, l’accesso all’acquanon contaminata e la dignità umana.


I blocchi militari rafforzano le minacce di guerra imperialista in tutto il mondo. Devono
essere sciolti (NATO, CSTO, ecc.). Sono strumenti dell’imperialismo e noi combattiamo
tutti gli imperialismi: quello americano, quello russo, quello cinese, ma anche quello
francese, per esempio. La classe operaia non deve scegliere tra gli imperialismi e deve
sostenere tutti i popoli aggrediti. La Rete sindacale internazionale di solidarietà e lotta
chiama all’unificazione dell’opposizione dei lavoratori e delle lavoratrici a qualsiasi
intervento imperialista e al rafforzamento dei movimenti contro la guerra, la
militarizzazione e l’economia di guerra.

Il genocidio perpetrato dallo Stato israeliano contro i palestinesi, con il sostegno attivo
degli Stati Uniti d’America e dei regimi alleati, è la continuazione della politica razzista,
colonialista, omicida e feroce e su larga scala di repressione che è stata portata avanti per
anni. La nostra Rete, attraverso le organizzazioni membri, è stata presente in numerose
mobilitazioni in tal senso (manifestazioni popolari, campagne di boicottaggio,
disinvestimento e sanzioni, flotte della libertà, delegazioni in loco, sindacalisti provenienti
dalla Palestina per testimoniare, supporto finanziario, ecc.). Continueremo a rispondere
nel miglior modo possibile alle richieste dei sindacati palestinesi, alcuni dei quali sono
membri della nostra Rete.

Da più di tre anni, il popolo ucraino affronta la guerra scatenata dal governo russo. Come
sindacalisti e internazionalisti, offriamo il nostro sostegno a chi resiste in Ucraina, ma
anche in Bielorussia e Russia, cercando di rispondere ai bisogni espressi dai nostri colleghi
sindacalisti di questa regione del mondo. I convogli sindacali organizzati dal 1° maggio
2022 sono una dimostrazione di questa solidarietà concreta. Ma va oltre: i sindacati
ucraini, che partecipano attivamente alla resistenza popolare contro l’occupazione del
territorio e agiscono contro il «liberalismo economico» vigente nel loro paese, sono
membri della nostra Rete e li sosteniamo.

In Sudan, il colpo di Stato di ottobre 2022 ha posto fine al processo iniziato dalla
rivoluzione di dicembre 2018 e è sfociato in una guerra dalle conseguenze terribili. Si
tratta di una guerra tra due gruppi di oppressori contro gli oppressi, un confronto tra due
forze controrivoluzionarie e le aspirazioni rivoluzionarie del popolo sudanese. Le radici di
questa guerra risiedono nella crescente contraddizione tra la rivoluzione del 2018, che
mirava a rovesciare decenni di dittatura, e le forze controrivoluzionarie che hanno deviato
l’apparato dello Stato, con il supporto di potenze esterne, per schiacciare la stessa
rivoluzione. In questa situazione, i sindacati indipendenti svolgono un importante lavoro,
sia nella cura della popolazione locale — in condizioni estremamente difficili — sia
nell’informare al mondo esterno su questa guerra.

Palestina, Ucraina, Sudan e molte altre regioni del mondo potrebbero essere menzionate.
Non si tratta qui di stabilire una gerarchia degli orrori del capitalismo, delle guerre, degli
imperialismi… Il nostro sindacalismo, radicato nelle realtà sul campo, si oppone a tutti
questi mali. La Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e Lotta lancia un appello per
unificare l’opposizione dei lavoratori e delle lavoratrici a qualsiasi intervento imperialista,
per rafforzare i movimenti contro la guerra, la militarizzazione e l’economia di guerra.
Ancora una volta, il sindacalismo non deve nascondere alcun tema: quali mezzi di difesa
collettiva e democratica esistono? Come controllare la produzione di armamenti? Come
organizzare la riconversione di determinati settori? Tutto questo riguarda i lavoratori e le
lavoratrici, e quindi il sindacalismo.

Il meccanismo del debito, interno ed esterno, ci impoverisce: il loro debito non è il nostro,
non abbiamo alcun motivo di pagarlo! Le politiche economiche e finanziarie presentate
come incentivo per la ripresa della domanda sembrano poco in grado di garantire una
riattivazione economica forte e duratura.

La moltiplicazione degli accordi di «libero scambio» conduce a una radicalizzazione delle
lotte sociali ed ecologiche, e della lotta tra i salariati e i sistemi di dominazione.

Manteniamo il nostro impegno a costruire e rafforzare l’unità internazionale delle
lavoratrici e dei lavoratori, per lottare contro la criminalizzazione dei movimenti sociali,
contro i piani di ristrutturazione, le riforme e le privatizzazioni, contro ogni forma di
oppressione e sfruttamento.

Rafforzare il sindacalismo per rompere con il capitalismo
Il sindacalismo che rivendichiamo non può sostenere patti con i poteri di fatto per
convalidare misure antisociali. Il sindacalismo ha la responsabilità di organizzare la
resistenza su scala internazionale, per costruire attraverso le lotte la necessaria
trasformazione sociale anticapitalista. Vogliamo costruire un sistema in cui sia bandito lo
sfruttamento, basato sui beni comuni, su una ridistribuzione equa della ricchezza tra tutti
coloro che la creano (cioè, i lavoratori e le lavoratrici), sui diritti di questi ultimi e su uno
sviluppo ecologicamente sostenibile.

Affermiamo la nostra opposizione al sindacalismo di Stato e la nostra volontà di
pluralismo e democrazia sindacale. Ciò non è affatto in contraddizione con la ricerca
dell’unità d’azione sindacale, dell’unità dei lavoratori, dell’unità di tutti coloro che sono
sfruttati e/o oppressi. Al contrario, non abbiamo nulla a che fare con chi si autodefinisce
sindacalista, quando in realtà gestisce congiuntamente fondi pensione ed è corrotto dalla
classe dirigente… Una classe dirigente che, del resto, ha trasformato la corruzione nel
modo di operare abituale di una parte dei responsabili politici.

Il nostro sindacalismo combina la difesa degli interessi immediati delle lavoratrici e dei
lavoratori con la volontà di un cambiamento sociale profondo. Non si limita all’ambito
delle rivendicazioni economiche, ma abbraccia temi come il diritto alla casa, alla terra,
l’uguaglianza tra uomini e donne, l’antirazzismo, la lotta contro l’omofobia e la xenofobia,
l’ecologia, l’anticolonialismo, ecc.

Gli interessi che difendiamo sono quelli della classe operaia (lavoratrici e lavoratori nel
settore formale o informale, pensionati, disoccupati, giovani in formazione). Si legano a
quelli dei popoli di tutte le regioni del mondo. In questo senso, ci opponiamo frontalmente
alle organizzazioni padronali, ai governi e alle istituzioni che sono al loro servizio, rivendichiamo la nostra autonomia di fronte a qualsiasi organizzazione politica.


Esistono organizzazioni sindacali internazionali; sono state create reti sindacali in ambiti
professionali o geografici. Da una regione del mondo all’altra, le nostre storie sindacali, le
nostre strutture sindacali e le nostre affiliazioni sindacali sono diverse. Ma condividiamo
l’essenziale: siamo determinati ad avanzare nella coordinazione del sindacalismo di lotta a
livello internazionale.

Vogliamo condividere le nostre esperienze, arricchirci con le resistenze e i successi di tutti
e tutte, costruire l’unità attraverso le frontiere, mettere in pratica la solidarietà
internazionale dei lavoratori e delle lavoratrici. Di fronte alla crisi che colpisce le
popolazioni di tutti i paesi, e di cui è responsabile il capitalismo, è necessario coordinare e
unificare le nostre lotte. Rivolgiamo un appello ai collettivi sindacali affinché si uniscano a
noi nella costruzione di questa unità di azione sindacale, necessaria per combattere i
regressi sociali, conquistare nuovi diritti e costruire una società diversa.

La costruzione e il consolidamento della Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e
Lotta è molto importante in un mondo in cui l’economia è sempre più globalizzata.
Dobbiamo affrontare insieme le imprese e una borghesia che internazionalizza i propri
affari. Questo richiede lo sviluppo di azioni di solidarietà attiva, di azioni e campagne
coordinate a livello mondiale, sia per categorie, settori, paesi o continenti. Ci compete
promuovere, attraverso ciascuna di queste lotte, un orientamento anticapitalista.
Abbiamo deciso di rafforzare, ampliare e rendere più efficace una rete di sindacalismo
combattivo, di lotte e democratica, autonoma, indipendente dai datori di lavoro e dai
governi, anticapitalista, femminista, ecologista, auto gestionale, internazionalista, che
costruisca il cambiamento attraverso le lotte collettive e combatta tutte le forme di
oppressione (sessismo, razzismo, omofobia, xenofobia, ecc.).