Whirlpool: o la disoccupazione o il trasferimento all’altro capo d’Italia

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“Nessun comportamento antisindacale”, questa è la sintesi di quanto stabilito dal tribunale di Napoli che ha rigettato il ricorso presentato da Fim, Fiom e Uilm. Non solo: Whirlpool avrebbe ragione in virtù di un principio — quello della libertà di iniziativa economica — costituzionalmente garantito. Così, dopo tre anni di lotta (e decenni di lavoro degli operai che hanno fatto le fortune dei padroni della multinazionale americana), sono iniziate ad arrivare le prime lettere di licenziamento; ma attenzione, al dramma si aggiunge l’amarezza del ricatto e dello sbeffeggiamento padronale: l’incentivo all’esodo e la possibilità di conservare il posto di lavoro presso lo stabilimento di Varese, a mille km da Napoli, vale a dire la devastazione totale della vita dei lavoratori e delle loro famiglie. 

Quello che hanno subìto e stanno subendo le lavoratrici e i lavoratori Whirlpool di Napoli è un attacco inaccettabile per tutta la classe operaia, un attacco che va ad aggiungersi a quello subìto dai lavoratori Gkn, Alitalia, Stellantis, Gianetti, Ex Embraco, Timken ecc. 

I tribunali borghesi difendono il diritto dei padroni a chiudere le fabbriche per andare a fare profitti sfruttando operai in altre parti del mondo dove il costo del lavoro è più basso, questo diritto non è messo in discussione da nessuna legge (anzi, è sancito dalla Costituzione!), le istituzioni borghesi possono solo genuflettersi alla corte del capitale, nessuna legge sta dalla parte dei lavoratori! 

Il Fronte di lotta No austerity è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori Whirlpool di Napoli e sostiene la loro lotta, promuovendo l’unità di tutte le lotte operaie per la difesa del posto di lavoro.