Le Faq del Flna sul Testo unico sulla rappresentanza (Tur)

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Elezioni per le Rsu e Testo unico sulla rappresentanza
Ricordiamo che il Testo unico sulla rappresentanza è applicato nel settore privato (escluse le aziende non iscritte a Confindustria).

Le Faq a cura del Fronte di lotta No austerity

  1. Perché la vostra organizzazione sindacale (da ora in poi o.s.) non partecipa alle elezioni della Rsu?
    Possono partecipare alle elezioni per la Rsu solo le organizzazioni sindacali firmatarie dell’accordo interconfederale del 10 gennaio 2014 altrimenti denominato Testo unico sulla rappresentanza (da ora in poi Tur) sottoscritto dalle direzioni Cgil, Cisl e Uil con Confindustria; e la nostra o.s. non ha firmato l’accordo.
  2. Perché la vostra o.s. non ha firmato l’accordo del 10 gennaio sulla rappresentanza?
    L’accordo prevede, per le organizzazioni firmatarie, limitazioni al diritto di lotta e sciopero, nonché la decadenza da membro della Rsu per i delegati che cambiassero appartenenza sindacale (vincolo di subordinazione alle segreterie). Tutte limitazioni che, per un sindacato che deve rappresentare gli interessi dei lavoratori di fronte al padrone,  sono inaccettabili.
  3. Perché il precedente accordo del ‘93, che indipendentemente dal risultato dell’elezioni, riservava di diritto un terzo della Rsu ai delegati di Cgil, Cisl e Uil, era accettato — seppur criticamente — dalla vostra o.s., e ora che quel «terzo riservato» è stato rimosso nell’accordo del 2014, a favore di una regolamentazione correttamente proporzionale, non viene accettato dalla vostra o.s?
    Perché a noi interessa organizzare e difendere i lavoratori, questo è più importante di qualsiasi posto in un organismo di rappresentanza. L’accordo del ‘93 falsava, a favore di Cgil Cisl e Uil, la corretta proporzione tra voti e relativi delegati, ma non poneva pregiudiziali sul chi potesse entrare e sul come dovesse svolgere l’attività sindacale: è come se, a parti invertite, stipulassimo un accordo che prevede l’impegno di Confindustria a non licenziare e a non emettere provvedimenti disciplinari nei confronti dei lavoratori. I padroni non lo accetteranno mai, vero? E allora perché le direzioni di Cgil, Cisl e Uil hanno accettato di limitare i nostri strumenti di lotta?
  4. Perché Cgil, Cisl e Uil hanno accettato le norme liberticide e antidemocratiche contenute nell’accordo del 2014?
    Perché la firma di quell’accordo va nell’esclusivo interesse dei padroni e degli apparati delle burocrazie sindacali, contro gli interessi di classe dei lavoratori.
    Da una parte i padroni riescono a controllare il conflitto nei limiti di tolleranza, trasformando lo sciopero in un’arma spuntata e poco offensiva; dall’altra Cgil, Cisl e Uil ottengono esclusivamente agibilità come i permessi sindacali, il diritto di indizione delle assemblee, il diritto di affissione nelle bacheche sindacali, la partecipazione ai tavoli di trattativa col padrone ecc. Insomma: ottengono l’esclusiva della rappresentanza sindacale, ma una rappresentanza sindacale alle regole del padrone, può ancora definirsi «rappresentanza sindacale»? Quali interessi verranno rappresentati? Quelli dei padroni, delle burocrazie sindacali o dei lavoratori? Noi crediamo che l’asticella penda a favore dei primi due. 
  5. Qual è il vostro modello di rappresentanza?
    Noi crediamo che una rappresentanza dei lavoratori debba essere nelle loro mani: devono essere i lavoratori a decidere da chi farsi rappresentare e con quali regole eleggere i loro rappresentanti. Non siamo noi a scegliere chi deve rappresentare il padrone: perché dovrebbe essere il padrone a scegliere in quali sindacati devono organizzarsi i lavoratori e in quali no? Perché dovrebbe essere il padrone a scegliere modi e tempi della nostra lotta?
    Il nostro modello di rappresentanza è molto semplice: i lavoratori devono essere liberi di scegliersi i loro rappresentanti e di organizzarsi in sindacati e comitati come meglio credono; tutti i delegati devono avere pari agibilità sindacali e nessun accordo può e deve ingabbiare il diritto di lotta e di sciopero.
  6. Se sono organizzato in una o.s. non firmataria del Tur posso ugualmente svolgere attività sindacale e posso essere ugualmente difeso?
    Il Tur è un accordo tra associazioni private e in quanto tale è vincolante solo per le parti contraenti, pertanto, da un punto di vista normativo, le oo.ss. non firmatarie non sono soggette alle limitazioni contenute nel Tur, quindi una o.s non firmataria, nel settore privato e in tutte quelle categorie non soggette alle restrizioni della legge 146/90, potrà sempre e liberamente scioperare ogniqualvolta i suoi iscritti lo ritengono.
    Per quanto riguarda le contestazioni disciplinari, ad oggi, la legge dà il diritto al lavoratore di «farsi assistere da un rappresentante dell’associazione sindacale cui aderisce o conferisce mandato»; comprese le oo.ss non firmatarie del Tur.
    Al divieto di affissione si può rispondere col volantinaggio e con la diffusione digitale; al divieto di indire assemblee retribuite si può partecipare e intervenire alle assemblee indette da Cgil, Cisl e Uil, si possono inoltre organizzare assemblee fuori dalla fabbrica o videoconferenze online.
    Ma a fare la differenza saranno sempre i rapporti di forza: se le oo.ss non firmatarie hanno dalla loro parte i lavoratori, non c’è accordo che tenga.
  7. Sono iscritto a una o.s firmataria oppure non sono iscritto a nessuna o.s., ma sono contro il Tur e credo che i lavoratori debbano avere il diritto di scegliersi liberamente i rappresentanti e le oo.ss. in cui organizzarsi, senza subire alcuna discriminazione. Cosa posso fare per far valere la mia posizione?
    Noi non chiediamo a nessuno di iscriversi a un sindacato o di cambiare la propria collocazione sindacale. Quelle sono scelte personali che ogni lavoratore fa liberamente.
    Indipendentemente dalla collocazione sindacale ogni lavoratore può opporsi al Tur, per una reale democrazia operaia che rimetta le redini della rappresentanza sindacale nelle mani dei lavoratori. Per questo invitiamo al boicottaggio delle elezioni per il rinnovo della Rsu, fino a depotenziare e invalidare questo meccanismo usato dal padrone per affossare le lotte dei lavoratori e dalle direzioni opportuniste dei sindacati confederali, più attente a farsi riconoscere dal padrone che dai lavoratori, per mantenere i loro apparati burocratizzati e complici che negli ultimi 30 anni hanno impoverito e precarizzato la classe lavoratrice svendendo salari e diritti conquistati con anni di dure lotte operaie.

NON VOTIAMO E NON CANDIDIAMOCI PER LE RSU REGOLATE DALL’ACCORDO INTERCONFEDERALE DEL 10 GENNAIO 2014!
VIA LE MANI DEL PADRONE E DELLE DIREZIONI SINDACALI OPPORTUNISTE DALLE RAPPRESENTANZE SINDACALI DEI LAVORATORI!