Report della riunione del Coordinamento nazionale del FLNA

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Giovedì 8 luglio si è riunito in modalità telematica il Coordinamento nazionale del Fronte di lotta No austerity, oltre ai delegati del coordinamento stesso erano presenti i rappresentanti di alcune realtà in lotta.

Daniele Cofani, operaio Alitalia, ha presieduto e moderato la riunione e ha dato la parola per la relazione introduttiva a Diego Bossi, operaio Pirelli, che ha illustrato il quadro generale in cui si inscrive la lotta di classe in Italia, ricordando i recenti attacchi ai lavoratori della logistica culminati nell’omicidio di Adil Belakhdim, coordinatore del Si Cobas di Novara, e le prime drammatiche conseguenze dello sblocco dei licenziamenti che hanno portato al licenziamento di centinaia di lavoratori in pochi giorni per la chiusura della Gianetti ruote di Ceriano Laghetto (MB) e della GKN di Campi Bisenzio (FI). Diego ha infine ricordato l’importanza di costruire un reale sciopero generale nazionale che coinvolga tutti i sindacati.

Barbara Barella, lavoratrice Alitalia tra le promotrici del comitato Tutti A Bordo – No al piano Ita, fa un excursus della lotta Alitalia che ha visto migliaia di lavoratori e lavoratrici in piazza, da dicembre ad oggi, contro il piano di licenziamenti e smembramento della compagnia presentato dal governo Conte e che ora Draghi vuole portare a compimento con la regia attenta della Ue. Ha poi raccontato le tappe che hanno portato alla costituzione del comitato – Tutti A Bordo – No al piano Ita – a cui partecipano lavoratori e lavoratrici dei diversi settori della compagnia, indipendente dalle organizzazioni sindacali e che si è adoperato in una raccolta firme (ne sono state raccolte già migliaia) per chiedere un referendum prima della firma di qualsiasi accordo. Infine ha evidenziato il protagonismo delle donne in questa lotta promettendo battaglia fino alla fine contro il piano Ita. 

Stefania Senesi del Coordinamento nazionale precari della scuola mette in evidenza la necessità della sensibilizzazione del comparto lavoratori della conoscenza verso un fronte di lotta comune. L’operazione compiuta dai governi nazionali va, da circa venti anni a questa parte, nella direzione della disgregazione della solidarietà tra i lavoratori della scuola perché mette in campo parvenze di ammortizzatori sociali attraverso lo sfruttamento annuale dei lavoratori precari, negando la stabilizzazione di chi lavora da almeno tre anni contravvenendo alle direttive europee. Stefania ribadisce che per abbattere lo sfruttamento di tutti i lavoratori di ogni comparto produttivo l’unica soluzione è l’unione solidale di tutte le lotte.

L’intervento di Moira Aloisio, a nome di Donne in Lotta, si è concentrato sugli effetti nefasti della pandemia sull’occupazione femminile e ha messo in evidenza come il Piano di ripresa e resilienza, che i mezzi di informazione presentano come lo strumento che dovrebbe finalmente portare al rilancio dell’occupazione femminile nell’ottica della parità di genere, in realtà rappresenti l’ennesima ripetizione dell’ideologia liberista. Il PNNR, infatti, si limita a proporre alcune misure, quali la creazioni di asili nido e la formazione professionale delle donne (che, peraltro, sono già mediamente più preparate dei colleghi maschi), per facilitare l’occupazione femminile. Il Piano, quindi, dà voce soltanto a quella parte del femminismo borghese che sostiene l’emancipazione individuale delle donne e il cosiddetto empowerment, offrendo una serie di provvedimenti che, consolidando l’idea che la necessità di conciliare il lavoro con le esigenze familiari sia un problema soltanto feminile, non potrà in alcun modo liberare le donne lavoratrici dallo sfruttamento e dall’oppressione.

Roberto Tiberio, operaio Stellantis, ha messo in evidenza il piano di ristrutturazione del colosso dell’auto, un piano che si sta abbattendo soprattutto sui precari, dove decine di lavoratori dei servizi sono già stati licenziati. Roberto ha poi ricordato che in tutti gli stabilimenti Stellantis non c’è continuità lavorativa e il ricorso alla cassa integrazione (che dimezza i salari dei lavoratori) è massiccio. C’è preoccupazione persino per il futuro dei lavoratori dello stabilimento Sevel di Atessa per via del nuovo stabilimento di Gliwice, in Polonia, che con meno personale produrranno più veicoli commerciali leggeri.

Tra gli interventi nel dibattito è stato molto apprezzato quello di Jéssica Aguiar, lavoratrice della scuola e militante dei movimenti sociali in Brasile, che ha evidenziato gli effetti delle politiche negazioniste di Bolsonaro che hanno portato più di mezzo milione di morti da Covid-19, con una campagna vaccinale colpita da scandali di corruzione e mala gestione. Sono riprese però mobilitazioni molto importanti e di massa che hanno visto milioni di brasiliani in piazza al grido “Fora Bolsonaro” (Via Bolsonaro) il 29 maggio, 19 giugno e 3 luglio. Mobilitazioni che continueranno nelle prossime settimane con il tentativo di strumentalizzazione da parte del Pt di Lula, candidato alle prossime elezioni presidenziali. Sono state evidenziate anche le importanti lotte delle comunità indigene a difesa dei propri territori.

Oltre 50 sono stati i collegamenti tra i delegati e gli invitati in rappresentanza di molte realtà in lotta tra le quali gli operai di Alitalia (in particolare del Comitato Tutto a bordo No Ita), Stellantis (Slai Cobas), Pirelli (Cub), Ferrari (Fiom); le Donne in lotta, i ferrovieri della Cub trasporti di Firenze, le lavoratrici del Coordinamento precari della scuola, le lavoratrici della Cub scuola di Modena, le lavoratrici della Rsu Fiom Almaviva, la Allca-Cub di Alessandria, i metalmeccanici della Fiom di Cremona, il centro documentazione Iskra di Carpi, lavoratori della scuola e delle cooperative organizzate con Usi Roma, il Movimento di lotta per la casa di Firenze, Cub sanità di Firenze e Salerno, Cobas di Brindisi, il Comitato No Cave di Lecco, le lavoratrici del Comitato Aec di Roma, la Cub di Bergamo, e tanti altri. 

Dal dibattito alle mozioni approvate

Molti sono stati gli interventi che hanno animato un dibattito partecipato. Le compagne e i compagni intervenuti hanno relazionato i problemi della loro categoria dando vita a un confronto articolato, dove per comune denominatore vi era la necessità di una risposta unità di tutta la classe, da concretizzarsi in un vero sciopero generale che coinvolga tutte le lavoratrici e i lavoratori del Paese.

Si è poi proceduto alla lettura e alla votazioni delle mozioni (che troverete in appendice). Dallo sblocco dei licenziamenti alla solidarietà ai lavoratori Gianetti; dalla solidarietà alla lotta dei lavoratori della logistica, oggetto di una feroce repressione padronale che ha portato all’omicidio di Adil, alla solidarietà ai lavoratori Alitalia, in lotta da anni contro l’ennesimo piano governativo che lascierà migliaia di lavoratori per strada. 

Importante anche la mozione in solidarietà al meccanico della Ferrari che ha perso un piede durante il Motor valley fest di Modena, dove, nonostante un lavoratore sia stato reso disabile, la festa dei capitalisti ha proseguito senza vergogna. Un evento a cui è seguito subito lo sciopero dei lavoratori Ferrari, come ha raccontato il compagno Raffaele, lavoratore Rsa Fiom Ferrari, che ha parlato nel Coordinamento nazionale con un intervento che ha colpito molto tutte le compagne e i compagni presenti.

Conclude la riunione del Coordinamento nazionale Daniele Cofani – lavoratore Alitalia e membro del Gruppo operativo nazionale – valorizzando la partecipata iniziativa che ha visto la presenza anche molti invitati di settori e territori differenti di tutto il Paese. Anche lui ha evidenziato come lo sblocco dei licenziamenti genererà un massacro sociale nella prossima fase, come anche lo sblocco degli sfratti (ricordato da una compagna nel dibattito) che senza dubbio animerà allo stesso tempo una reazione della classe lavoratrice, con la possibilità che si ricreino le condizioni che portarono migliaia di operai in sciopero a difesa della salute nel marzo del 2020. Nel fare una sintesi di tutti gli interventi, ha rilanciato la proposta iniziale di Diego: fare appello per la costruzione di un reale sciopero generale che coinvolga tutte le categorie private e pubbliche e tutte le organizzazioni sindacali confederali e di base, per portare tutta la classe lavoratrici a lottare contro il governo Draghi. Importante sarà anche connettere le lotte operaie con le lotte contro le oppressioni (razzismo, maschilismo, omofobia, ecc.) e le lotte a difesa del clima e dell’ambiente.

NOTA BENE: durante lo svolgimento della riunione del Coordinamento nazionale del FLNA è scoppiata la lotta dei lavoratori della GKN di Campi Bisenzio in seguito all’annunciata chiusura dello stabilimento che porterà al licenziamento di 422 lavoratori. I compagni del Fronte di lotta No austerity di Firenze hanno da subito portato la solidarietà al presidio permanente dei lavoratori GKN e stanno partecipando alle lotte da loro organizzate. Continueremo a rimanere al fianco di tutti gli operai in lotta per il posto di lavoro e la difesa dei diritti e dei salari.

Testi mozioni approvate: