Lettera aperta dell educatrici del sociale in Toscana

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera delle educatrici sociali della Toscana


Rilanciamo una lettera aperta scritta coordinatamente da insegnanti, educatori e operatori dell’istruzione anche e soprattutto alla luce del nuovo Decreto per gli ammortizzatori sociali. La rilanciamo consapevoli che senza la nostra mobilitazione diretta in tutto il paese, come quella del resto dei lavoratori, niente sarebbe stato stanziato e che le vie di proroghe, specifiche e eccezioni sono potenzialmente infinite.
Ribadiamo quindi che con fermezza chiediamo parità di trattamento tra tutti gli insegnanti, educatori e operatori dell’istruzione, del pubblico e non, e il pieno salario! Le misure contenute nel Decreto già ora sembrano essere lontane dal pieno salario (600 euro una tantum alle partite iva non coprono né lo stipendio mensile, né l’affitto in molti casi).
Rilanciamo la lettera e l’appello al coordinamento per questo decreto e per la sua traduzione nelle Regioni, ma anche e soprattutto perché continueremo a vigilare sulle misure varate e applicate (o non), consapevoli che non è una vittoria immediata che risolverà la nostra situazione.
 
Non solo il Covid-19 attenta alla nostra salute e alla nostra sicurezza in quanto lavoratori!
 
L’emergenza sanitaria che ha investito il Paese sta facendo emergere con chiarezza contraddizioni preesistenti. Le intenzioni e le azioni che vediamo sono chiare: il profitto non guarda in faccia nessuno, non si ferma infatti la grande produzione costi quel che costi in termini di vite, non si coprono gli stipendi a chi già era marginalizzato dal sistema di esternalizzazioni e appalti e al tempo stesso non si taglia sulle spese speculative e dannose per investire invece in sanità pubblica.
Come lavoratori dell’istruzione, ma prima ancora come lavoratori, pensiamo che alle dichiarazioni e alle misure messe in campo dal governo (dai partiti di governo come dall’opposizione indistintamente) sia necessaria una risposta unita! Per questo diamo la nostra assoluta solidarietà a tutti gli operai e lavoratori che oggi sono obbligati ad andare a lavorare e, al tempo stesso, diamo il nostro contributo a questo fronterilanciando il coordinamento con tutti i lavoratori dell’educazione con questo appello, che vi chiediamo di sottoscrivere.
 
L’emergenza sta portando allo scoperto lo stato dell’istruzione in Italia: un sistema smembrato e sempre più affidato ad esternalizzazioni. Tra le ragioni di questo statoci sono i tagli selvaggi, l’aziendalizzazione, il decentramento e le privatizzazioni portati avanti da ogni governo negli ultimi 40 anni. Per cui anche l’emergenza sanitaria per il Coronavirus viene scaricata sui lavoratori, molti dei quali vengono lasciati a casa ma non vengono tutelati economicamente in alcun modo.
 
Di fronte all’emergenza ci vogliono misure di emergenza, per cui tutti uniti chiediamo:
–       Salario pieno al 100% per tutti i lavoratori che sono legati al sistema dell’istruzione, che siano essi educatori sociali, insegnanti, precari, lavoratori a notula o partite IVA. Le modalità di erogazione possono essere le più varie, dalla CIG in deroga al Reddito di quarantena.
–       Pari trattamento (in termini di retribuzione ed eventuale recupero ore) tra docenti, educatori e operatori impegnati in progetti stanziati tramite bandi o affidamento diretto e docenti della scuola pubblica.
–       Sospensione dei pagamenti, delle rate dei mutui, delle tasse e degli affitti per quelle realtà chiuse dai Decreti emanati dal governo ma non tutelate per garantire i salari.
 
L’esperienza delle mobilitazioni degli educatori dell’Emilia Romagna e la conseguente istituzione della CIG in deroga da parte della Regione dimostra che si possono prendere misure concrete e che la questione sta unicamente nella volontà di farlo!
Facciamo quindi appello a sottoscrivere questa lettera a: tutti i lavoratori dell’istruzione e non, a tutti gli esponenti della società civile che hanno a cuore lo stato dell’istruzione e del Paese intero e agli eletti che vogliono schierarsi davvero dalla parte dei lavoratori e portare in fondo l’attuazione delle misure necessarie.
 
Chiudere temporaneamente tutte le aziende che fanno produzioni non indispensabilio convertirle a produzione di materiale sanitario necessario; mettere le piccole aziende in condizioni di riaprire dopo l’emergenza; adottare misure di sicurezza nelle aziende che serve tenere aperte.
Garantire salario pieno ai lavoratori!
 
La Bottega delle Lingue società cooperativa
Agnese Longo, amministrativo scuola privata
Tommaso Fattori, consigliere regionale
Eleonora Bianchi, insegnante
Marco Pappalardo, insegnante
Giorgia Pappalardo, insegnante
Martina Materassi, insegnante
Sofia Valente, insegnante
Giulia Maschi, insegnante
Concetta Pellegrino Pratella, insegnante
Rossella Marchi, insegnante
Katiuscia Portofranco, insegnante
Marinella Lucci, operaia
Daniela Corti, operaia
Laura Porcelli, infermiera
Mattia Franceschini, insegnante
Moreno Bianchi, impiegato
Lamberto Nardi, responsabile d’azienda
Enrico Zanieri, educatore sociale
Lorenzo Spadoni,
Yulia Corrao, insegnante
Thomas maerten, operatore sociale
Elena Paoli, educatrice
Antonella Del Conte, educatrice
Dario Gemignani, operaio
Damiano Cecconi, lavoratore precario
Ousmane Samb Bombaly, operaio
Alba Di Domenico, operatrice sociale
Daniele Silano, studente
Federico Giusti, delegato RSU/RLS SGB
Lorenzo Fratini, impiegato
Andrea Di Biagio, anestesista
Luisa Bianchi, docente
Giosiana Lo Monaco, ricercatrice
Francesco Bellucci, ricercatore
Matteo Bianchi, educatore sociale
Fulvia Fratoni insegnante in pensione
Canesi Mauro, pensionato
Graziano Nanni, Operaio
Gianna Capecchi, impiegata
Carlo Faggi
Chiaro Giovanna disoccupata
Gallo Giulia studentessa
Mariano Guerrieri, insegnante
Flavia Altimati, insegnante
Riccardo Tarlini, insegnante
Martina Santarelli, insegnante
Moreno Maschi, agente immobiliare
Cristina Damiani, agente immobiliare
Anna Vannini, insegnante a notula e mediatrice culturale a contratto con Cooperativa.