Salute e sicurezza: nuovo accordo interconfederale, vecchia logica padronale: comprarsi la pace sociale attraverso lo stato e le burocrazie sindacali

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Il 12 dicembre 2018 Confindustria, CGIL, CISL e UIL hanno firmato l’ennesimo accordo interconfederale che non porterà alcun beneficio ai lavoratori ma avrà il merito di essere proficuo per i padroni e per le burocrazie sindacali complici. Un accordo in attuazione del famigerato Patto per la fabbrica (1) che già avevamo illustrato sul nostro sito e che racchiude il peggio delle misure a danno della nostra classe sociale: dal testo unico sulla rappresentanza all’alternanza scuola lavoro passando per il decreto Sacconi, il tutto all’insegna della produttività.

In questo testo si evince il consuetudinario clima da spartizione del potere, di artificiosa e ricattatoria espansione dell’egemonia sindacale confederale e di blindatura legislativa dell’accesso esclusivo delle burocrazie di CGIL, CISL e UIL al banco dei capitalisti. E il tema che farà da sfondo e da causale in questo ennesimo e nefasto accordo è chiaramente espresso nel titolo: “Salute e sicurezza, attuazione del Patto per la fabbrica”

Il banchetto illimitato

Ormai il celebre quartetto della carta cointestata, dei comunicati congiunti e degli accordi a perdere per i lavoratori e a vincere per le direzioni sindacali vuole compiere il grande salto di qualità, infilando i propri tentacoli nell’enorme pentolone targato Inail. Il modus operandi è sempre lo stesso: chiedono il controllo di qualcosa nel nome dell’interesse supremo dei lavoratori, costituiscono una commissione paritetica per sistemare amici, parenti e trombati di ogni risma, pagano questa commissione paritetica con la bilateralità inserita nei CCNL, quindi con trattenute coatte e occulte dai salari dei lavoratori, e, gran finale, vanno nelle assemblee a presentare il tutto come grande vittoria dei lavoratori, che nel frattempo – e a causa di quello – perdono salari e diritti.

Ma nel caso di specie il pentolone contiene una zuppa ghiotta, perché l’Inail è in attivo di 1,5 miliardi con uno stato patrimoniale in continua crescita.

Ma non è finita qui. Al punto “e” dell’articolo 1 le parti rivendicano in toto un precedente accordo interconfederale del 2008, dove già esprimevano intenzione di costituire un ente di due poli (previdenziale e sicurezza) che avrebbero controllato totalmente con poteri di autorizzazione di azioni strategiche e approvazione dei bilanci.

La grande menzogna: la modernizzazione ha reso i lavoratori più sicuri

Sul testo dell’accordo scrivono che la modernizzazione dei macchinari avrebbe migliorato le condizioni dei lavoratori, quindi i premi assicurativi dell’Inail sarebbero troppo onerosi. Peccato che siano i dati della stessa Inail a raccontarci l’eccidio permanente compiuto dal capitale: 13.000 morti in 10 anni, una media di 1300 morti l’anno che non accenna a diminuire (gli ultimi dati disponibili dei primi 8 mesi del 2018 registrano un aumento degli infortuni mortali del 9,4%); ma loro ignorano volutamente la realtà e sulla base di un falso miglioramento delle condizioni di sicurezza e di salute dei lavoratori battono cassa e chiedono di utilizzare, in virtù della natura pubblica dell’Inail, l’avanzo di bilancio per la diminuzione dei premi assicurativi e l’aumento dei rimborsi. In questo modo il padronato, unica vera causa degli infortuni mortali e invalidanti sul lavoro, utilizza una cospicua parte di soldi della collettività per permettere alle aziende di pagare meno in assicurazioni spostando a carico dei lavoratori l’aumento dei rimborsi in seguito agli infortuni che loro stessi subiscono.

Titolarità esclusiva e contrattazioni obbligatorie

Nell’accordo si gettano le basi per una titolarità esclusiva e obbligatoria della contrattazione confederale, denunciando il numero crescente di realtà che “applicano contratti non sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative”, malsana pratica da cui deriverebbe “l’inadeguatezza delle coperture assicurative e previdenziali”, nonché “il mancato riconoscimento delle garanzie e dei diritti” dei lavoratori.

Chiunque sia inserito e viva sulla propria pelle il mondo del lavoro salariato conosce molto bene le condizioni disumane e di sfruttamento, la perdita di potere d’acquisto e di diritti che interessano la nostra classe e sa molto bene quanti di questi peggioramenti siano proprio scritti nero su bianco nei contratti di primo e secondo livello tra i padroni e i burocrati confederali: nessun miglioramento delle condizioni dei lavoratori arriverà estendendo il modello di contrattazione che le ha peggiorate!

La rappresentanza tradita

Il testo unico sulla rappresentanza – di cui questo accordo è parte integrante – si estende e infetta anche il ruolo del RLS, perché ove ci siano organismi di rappresentanza costituiti, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza dovrà essere eletto o designato all’interno di questi. Tradotto: il TUR esclude i sindacati non firmatari dalle elezioni, le RSU emanate da elezioni disciplinate dal TUR escluderanno i delegati dei sindacati conflittuali non firmatari, i RLS potranno essere individuati solo all’interno delle RSU. Risultato: la rappresentanza per la sicurezza è controllata dal padrone.

Deresponsabilizzare i padroni

Il comma 5 dell’articolo 3, senza mezzi termini e molto chiaramente fa appello a una deresponsabilizzazione delle imprese, limitando le responsabilità padronali ai soli casi di comprovato nesso di causalità. E quale sarebbe la figura centrale per dirimere i contenziosi e sulla quale le parti si impegnano a garantire uno svolgimento autonomo del proprio lavoro? Semplice: il medico competente. Una figura autonoma solo nella normativa ma legata da interessi materiali col datore di lavoro e, quindi, soggetto ad esso. A tal proposito è utile ricordare che il rapporto tra il datore di lavoro e il medico competente è un rapporto definito tecnicamente “ibrido giuridico”, in quanto di origine privatistica con funzioni pubblicistiche, vale a dire che il datore di lavoro, nomina, retribuisce e revoca la nomina del medico competente: un presupposto difficile per anteporre la salute dei lavoratori al profitto del padrone.

Si scrive “alternanza scuola lavoro”, si legge “lava il cervello ai giovani e indottrinali al capitale”

Nell’accordo si chiede una normativa che incrementi nei programmi di alternanza scuola lavoro la diffusione della cultura della prevenzione, della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro.

Verrà così trasferita fin dalle scuole la retorica confindustriale che devia le responsabilità oggettive dei padroni in responsabilità soggettive dei lavoratori, dove l’apparato formale dei piani alti della borghesia e delle istituzioni produce leggi e norme anti infortunistiche, al contempo, la realtà occulta e ufficiosa delle fabbriche, dei campi e dei cantieri spinge i lavoratori a disapplicarle per la corsa al profitto in cambio di un salario da fame.

Le conclusioni

Le direzioni di CGIL, CISL e UIL e degli altri micro apparatini che si sono pavidamente e opportunamente a loro accodati, stanno vendendo a Confindustria i lavoratori (a partire dai loro iscritti) in cambio di una pace sociale programmata contrattualmente e che frutta alle burocrazie sindacali il mantenimento dei loro apparati mastodontici, contraendo un legame indissolvibile con la loro controparte.

Sarà inutile saturare il sistema di leggi, norme e commissioni, finché i lavoratori saranno ricattabili dal precariato (jobs act e Fornero), divisi e indeboliti dall’isolamento contrattuale che rafforza il secondo livello a discapito del primo (decreto Sacconi e Patto per la fabbrica) e rappresentati dai soli organismi concessi dal padrone in cambio della rinuncia al conflitto (Testo unico sulla rappresentanza e clausole di pace contrattuale nei CCNL).

Le uniche armi a disposizione per tutelare le lavoratrici e i lavoratori, sono il conflitto e la solidarietà di classe!

Facciamo appello a tutti i lavoratori affinché respingano questi accordi di vertice che ignorano le loro necessità reali e che nulla di buono portano in termini di diritti, sicurezza e salute sul lavoro.

Cominciamo ad unire le nostre lotte partendo dai nostri bisogni, partendo dalla vera volontà di chi lavora

da buio a buio”.

Costruiamo i rapporti di forza per difendere realmente la nostra sicurezza e la nostra salute!

No alle leggi che introducono il precariato!

No all’abolizione dell’articolo 18!

No agli accordi inciucio tra burocrati e padroni!

Fronte di Lotta No Austerity

www.frontedilottanoausterity.org

Note in appendice

(1) http://www.frontedilottanoausterity.org/index.php?action=viewnews&news=1521291677